(8 dicembre 2015 ā 20 novembre 2016)
Per favore, – afferma Papa Francesco parlando della Confessione – non mettere ostacoli alle persone che vogliono riconciliarsi con Dio. Il confessore deve essere un padre! Eā al posto di Dio Padre! Il confessore deve accogliere le persone che vengono da lui per riconciliarsi con Dio e aiutarli nel cammino di questa riconciliazione che stiamo facendo. Eā un ministero tanto bello: non ĆØ una sala di tortura nĆ© un interrogatorio, no, ĆØ il Padre che riceve, Dio Padre, GesĆ¹, che riceve e accoglie questa persona e perdonaā. Prima di essere confessore sono stato e sono penitente.
La prima Confessione e Comunione lāho fatta nella chiesa madre di Mussomeli (CL) domenica 11-5-1958. Ricordo le catechiste Signorine Migliore Antonina e Giuseppa, nipoti dellāArciprete Migliore ora anziane, e il vestitino bianco fatto con grande perizia e parsimonia dalla sarta āMasardinaā, che abitava nel piazzale della Madrice. Ricordo anche il confessionale alto e buio al cui interno cāera Padre CalĆ Salvatore, cappellano insieme a Don Vincenzo Barcellona della Chiesa Madre, di cui era arciprete Mons. Salvatore Migliore. Il Signore mi ha dato la gioia di poter confessare il mio primo confessore. Padre Pio invitava alla Confessione, chiedendo di farvi ricorso, al piĆ¹ tardi, una volta alla settimana. Egli diceva: āUna stanza, per quanto possa essere rimasta chiusa, necessita di una spolverata, almeno una volta alla settimanaā.
Poi nel probandato (seminario) Del Santuario S. Maria di Valverde (CT) (1962-1966) il confessore era il parroco P. Bernardino Manuguerra o qualche altro sacerdote della ComunitĆ . Nella casa di noviziato a Marsala (1966-1967) cāerano P. Bernardino Giardina e P. Benigno Messina; a Giuliano di Roma (FR) (1967-1969) ascoltava la confessione un padre della ComunitĆ o don Alvaro Pietrantoni, il parroco della chiesa madre, che ci voleva molto bene. Allora eravamo in 33 tra sacerdoti (5), chierici (7), novizi (12) e seminaristi (9)), il convento S. Maria della Speranza si era aperto con noi e Don Alvaro invogliava i Parrocchiani a non farci mancare niente. A distanza di 50 anni ancora gli siamo grati. Durante gli studi di filosofia e teologia nel convento di GesĆ¹ e Maria in Roma (1970-1976) i confessori erano i vicini PP. Rosminiani della Basilica dei Ss. Ambrogio e Carlo in Via del Corso.
Ordinato sacerdote il 5-9-1976 a Mussomeli nel santuario della Madonna dei Miracoli, sono stato assegnato nel Santuario della Madonna di Valverde (1976-1987) ed erano i Salesiani di S. Gregorio di Catania prima e poi divenuto economo della comunitĆ 1985-1987 ad Acireale nella chiesa S. Rocco allora gestita da PP. Domenicani. La cosa strana che un sacerdote diocesano, Don Giuseppe Pulvirenti, era sempre pronto per la confessione agli ultimi banchi della chiesa. Egli faceva scegliere al penitente la Penitenza. Divenuto Definitore generale (1987-1993) a Roma Piazza Ottavilla vi erano la parrocchia Regina Pacis dei Canonici Regolari dellāImmacolata, la Chiesa del GesĆ¹ e la Basilica di S. Pietro dove ci sono sempre dei confessori. Sono poi tornato in Sicilia prima a Marsala nel convento S. Maria dāItria (1993-1997), poi a Palermo nel convento di S. Gregorio Papa al Capo (1997-2000) erano i Padri Minimi di S. Francesco di Paola o qualche confessore della cattedrale, e quindi a Trapani con sede nel convento di Marsala (2000-2004) i PP. Francescani di S. Francesco dāAssisi e Cappuccini fino a pochi anni fa erano nella parrocchia Madonna di Fatima. Sono poi passato a Napoli nel convento S. Maria della VeritĆ (S. Agostino degli Scalzi a Materdei) (2004-2006), dove ho trovato i PP. Gesuiti della chiesa del GesĆ¹ erano sempre pronti per svolgere questo compito cosƬ importante. Ritornato a Marsala (dal 2006) prima i Padri Minimi (P. Mario DāAuria) nella vicina Parrocchia S. Francesco di Paola e poi, dopo che hanno lasciato la chiesa, i PP. Salesiani, dove cāĆØ sempre qualcuno pronto per le confessioni. In questo Anno Santo della Misericordia vogliamo ringraziare tutti i Sacerdoti ministri della Misericordia, che hanno svolto e svolgono con zelo questo sacramento cosƬ importante e, qualche volta, trascurato.
P. Mario Genco