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venerdì, 26 Aprile 2024

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I politici sulla chiusura della base Ryanair all’aeroporto “Vincenzo Florio” di Birgi

Paolo Ruggirello, candidato al Senato (PD)
“La Regione garantisca gli impegni” – Paolo Ruggirello, candidato al Senatoper le elezioni politiche del 4 marzo (collegio uninominale Sicilia 03 “Marsala” e collegio plurinominale Sicilia 01 “Palermo-Agrigento”), interviene a seguito dell’annuncio di Ryanair di lasciare Birgi e di assicurare, per la prossima estate, soltanto quattro rotte. «La notizia è preoccupante, ma la situazione non è cambiata rispetto allo scorso mese di ottobre e dunque, piuttosto che creare allarmismi, credo che convenga pensare subito alle necessarie contromisure, così da salvaguardare la sopravvivenza dell’aeroporto e un’importante fetta economica del nostro territorio. Sono certo del fatto che il nuovo Cda sia già al lavoro e invito la Regione Siciliana ad attivarsi immediatamente per garantire gli impegni. Inoltre, credo che chiunque sarà eletto nella nostra provincia dovrà intestarsi questa battaglia. Io sono pronto a fare la mia parte».

Dott. Alberto Di Girolamo, sindaco di Marsala
“La notizia che riguarda il nostro Aeroporto e la Ryanair mi impone di ribadire alcuni concetti: l’Amministrazione Comunale ha sempre difeso l’aeroporto e la struttura che rappresenta sviluppo e crescita economica per l’intero territorio. In seguito all’accordo di co-marketing abbiamo versato ogni anno 360 mila euro sollecitando tavoli di confronto e cercando soluzioni come purtroppo non tutti gli enti hanno fatto. Critichiamo fortemente la decisione della Ryanair, consapevoli che questo penalizzerà la nostra economia che ha diritto di crescere, e chiediamo pertanto al Governo regionale di assumere velocemente decisioni importanti a tutela di quest’Aeroporto”.

Antonella Milazzo, Segretaria Circolo Partito Democratico Marsala
È avvenuto quel disastro che nelle ultime settimane avevamo paventato: Ryanair abbandona l’aeroporto di Birgi, condannando a morte il turismo e l’intera economia della nostra provincia. Il Partito Democratico, per anni, ha lavorato per metterlo in sicurezza, trasferendo, con la legge di stabilità 2017, agli aeroporti di Birgi e Comiso, 5 milioni e mezzo di euro nel 2017, 6 milioni nel 2018 e 6 milioni e mezzo per il 2019 ed ulteriori 5 milioni di euro per la ricapitalizzazione di Birgi, e garantendo la stabilità e la salvaguardia degli aeroporti minori. Si poteva così puntare in tempi ragionevoli a superare i due milioni di passeggeri, con un impulso straordinario per l’incremento turistico. La lentezza del Governo Musumeci nella nomina del Consiglio di Amministrazione e nella gestione della crisi ha prodotto il disastro, annegando in un mare di promesse e chiacchiere quella che è l’infrastruttura vitale del nostro territorio. Il danno é fatto, la stagione estiva 2018 irrimediabilmente perduta, e con essa le prospettive di lavoro per chi su di essa aveva puntato con i propri investimenti. Una ferita profonda che mi auguro si possa rimarginare prima che muoia quell’embrione di sviluppo, prima che le nostre bellezze scompaiano nuovamente dal ventaglio delle mete turistiche, bruciando gli anni di lavoro che le avevano fatte conoscere al mondo intero. Continueremo a vigilare ed a incalzare il Governo regionale affinché provi a riparare, almeno in parte, a un danno che rischia di far fare alla nostra provincia un terribile passo indietro.

La senatrice Pamela Orrù
“L’annuncio da parte della compagnia aerea Ryanair della chiusura, anche per la stagione estiva 2018, della propria base aerea presso l’aeroporto “Vincenzo Florio” di Trapani è la dimostrazione che questo governo regionale di centro destra non è capace di gestire non solo le possibili prospettive di sviluppo ma neppure una emergenza così grave e pressante per il territorio trapanese”. Così la senatrice Pamela Orrù commenta la notizia, diffusa oggi dal vettore irlandese e che sta creando preoccupazione e allarme tra cittadini e operatori economici del Trapanese. “Lasciare che sullo scalo di Birgi vengano operate soltanto quattro tratte – prosegue l’esponente del PD – significa condannare i cittadini e gli operatori turistici ed economici della provincia a pesantissime conseguenze di cui non hanno nessuna colpa”. Secondo Orrù “le promesse arrivate nelle scorse settimane, dopo lo stop del Tar al bando per l’assegnazione del nuovo co-marketing, anche da parte di esponenti della giunta regionale legati al territorio trapanese si sono rivelate solo vuote parole. Mi chiedo cosa abbia fatto in queste settimane chi aveva detto di stare lavorando per il rilancio dello scalo e della sua attività”. “Voglio ricordare – prosegue la senatrice – che il PD si è impegnato sia a livello nazionale, con l’introduzione di un mio emendamento nel Decreto Fiscale 2017 che consente la definitiva compensazione, per 4,8 milioni di euro, tra il credito vantato nei confronti dello Stato per le operazioni militari in Libia e il pari debito verso l’erario della società di gestione, sia a livello regionale, nel precedente governo di centro sinistra che ha stanziato oltre 12 milioni di euro a sostegno dell’attività del “Vincenzo Florio”. Abbiamo fatto la nostra parte – conclude Orrù – così non possiamo dire di altre forze politiche che, già dopo pochi mesi, stanno dimostrando di non essere all’altezza dei compiti a cui sono chiamati”.

Anna Maria Angileri, candidata per il Partito Democratico alla Camera dei Deputati
Quello che è accaduto all’aeroporto di Trapani Birgi è drammatico per il nostro territorio. L’annuncio da parte della compagnia Ryanair di lasciare lo scalo Vincenzo Florio getta nello sconforto tutta la provincia di Trapani e non solo. La logica spartitoria di questo governo regionale di centro destra, che detiene al 99% le quote della società di gestione dello scalo, incapace di garantire ciò che negli anni precedenti era la normalità, ha fatto sì che a piangere le conseguenze siano i cittadini, che perderanno le prospettive economiche nel settore turistico ed in tutto l’indotto del territorio. Dove sono finite le promesse dell’esecutivo regionale sul rilancio dello scalo e sullo scongiurarne una chiusura? E’ bene ricordare che è stato il governo a trazione centro sinistra, che ha efficacemente protetto e potenziato questo aeroporto, stanziando milioni di euro. Cosa diranno adesso i candidati del centro destra, che ne hanno sventolato la bandiera dello sviluppo economico come volano imprescindibile? E mi chiedo ancora, a cosa mai siano servite le nomine formalizzate la settimana scorsa del presidente dell’Airgest e del cda quando la situazione è, adesso, precipitata inesorabilmente? I cittadini sapranno chi ringraziare per lo scempio compiuto ai danni di chi lavora grazie ai flussi turistici, e di chi viaggia per lavoro e per studio, che saranno costretti a raggiungere l’aeroporto di Palermo con aggravio di fatica e spese. Pochi mesi di governo regionale per decretare il fallimento di una classe politica, quella del centro destra che lavora in ordine sparso senza avere obiettivi prefissati. I cittadini si ricordino il 4 marzo chi ha voluto la chiusura di Birgi e agiscano di conseguenza. La buona politica non la si proclama la si pratica.

Davide Ficarra candidato per Potere al Popolo
La decisione di Ryanair di abbandonare l’aeroporto di Trapani mantenendo soltanto quattro rotte e cancellandone diciotto mette una grave ipoteca negativa sulla prossima stagione turistica nel territorio trapanese. Se confermata, la decisione della compagnia low cost irlandese, dichiara Davide Ficarra candidato per Potere al Popolo nel collegio uninominale del Senato di Marsala, si tradurrà in oltre un milione di passeggeri in meno per il 2018, mille posti di lavoro in fumo più l’indotto ed in un danno enorme per l’intera economia trapanese e siciliana. Occorre, fuori da qualsiasi retorica, rilanciare l’aeroporto Vincenzo Florio dopo una gestione fallimentare e sprovveduta della direzione di Airgest che ha portato al ricorso al Tar presentato dall’ Alitalia con il conseguente abbandono dello scalo trapanese da parte di Ryanair. E’ necessario, sostiene l’esponente di Potere al Popolo, un rilancio vero dell’aerostazione trapanese che non può prescindere dalla trasformazione dell’intero aeroporto militare in uno scalo civile più grande e capace di attrarre nuovi vettori nazionali ed internazionali così da non sottostare ai diktat di Ryanair. Potere al Popolo, sottolinea Ficarra, è l’unica organizzazione politica che chiede con fermezza la trasformazione dell’aeroporto militare in uno scalo interamente civile per evitarne chiusure repentine come avvenne nel 2011 durante la sciagurata guerra in Libia e per favorire lo sviluppo di un’economia di pace attraverso il traffico turistico e merci potenziale volano per l’economia agroalimentare trapanese.

Potere al Popolo
Il dibattito politico attorno alla grave crisi che ha investito l’aeroporto Vincenzo Florio è con ogni evidenza influenzato dalle imminenti elezioni politiche, così da ridursi ad una sterile partita a rimpiattino sulle responsabilità di questo disastro annunciato, lo dichiara Davide Ficarra candidato per Potere al Popolo nel collegio uninominale del Senato di Marsala. Mentre volano gli stracci tra centro destra e centro sinistra fino al patetico “tacete ciarlatani” sussurrato da Nello Musumeci, quasi ironicamente David O’Brien Chief Commercial Officer di Ryanair dichiara di essere dispiaciuto di dover abbandonare l’aeroporto di Trapani ma ci tiene a precisare di esser pronto a ritornare insieme alla sua compagnia aerea nel 2019 solo se ovviamente il vettore low cost irlandese si aggiudicherà un nuova gara d’appalto per il comarketing del Vincenzo Florio, finanziato con grandi sacrifici da buona parte dei comuni trapanesi e dalla regione.Mentre la stagione turistica trapanese corre seri rischi con la conseguente perdita di migliaia di posti di lavoro, nessuna forza politica ha sentito l’esigenza di sollevare il vero punto nodale che non permette uno sviluppo ed un futuro all’aeroporto di Trapani-Birgi. Potere al Popolo, sottolinea Ficarra, è l’unica organizzazione politica che chiede con fermezza la trasformazione dell’aeroporto militare in uno scalo interamente civile per evitarne chiusure repentine come avvenne nel 2011 durante la sciagurata guerra in Libia e per trasformarlo in un grande scalo commerciale e turistico al servizio del territorio capace di produrre utili invece che solo ed esclusivamente passività. Sappiamo continua l’esponente di Potere al Popolo che convertire ad uso civile una base militare è una questione complicata e difficile, ma nulla in Sicilia è semplice ed occorrono coraggio ed una visione del futuro diversa per sottrarre la nostra terra ad un destino perenne di sottosviluppo.

Ryanair: “L’ex base a Trapani/Birgi non sarà riaperta quest’estate”

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