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venerdì, 19 Aprile 2024

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5000 dipendenti di Poste Italiane: “Da anni stiamo chiedendo un trasferimento in Sicilia”

riceviamo e pubblichiamo

Siamo circa 5000 dipendenti di Poste Italiane che, in tutta Italia, da anni stanno chiedendo la possibilità di ottenere un trasferimento. Siamo inseriti in una graduatoria nazionale che purtroppo è ferma in un cassetto. Nella sola Sicilia sono circa 800 i dipendenti di Poste Italiane che hanno fatto domanda di Trasferimento per tornare nelle propria terra. Tutti dipendenti che da una decina di anni fanno sacrifici con situazioni familiari a volte davvero difficili. Madri e Padri che devono vivere lontano dai propri figli e affetti. Molte volte abbiamo letto in Sicilia di appelli dei sindacati per la mancanza di personale. Mai una volta questi stessi sindacati si sono preoccupati di accennare la problematica dei trasferimenti mai attuati e delle centinaia di lavoratori che stanno cercando di tornare nella propria terra. Tante volte invece abbiamo sentito questi stessi sindacati fare appelli per le assunzioni di nuovo personale, come se non fosse piu logico procedere prima ai trasferimenti e solo dopo alle assunzioni. Anche questa è una problematica sociale, soprattutto in un momento in cui tanti giovani sembrano voler andare via dalla Sicilia. Per tanti giovani che vogliono andare via ci sono invece i lavoratori di Poste Italiane che hanno famiglie ancora in Sicilia e vorrebbero solo riavvicinarsi a loro. Ci sono poi tanti casi gravi dipendenti con legge 104 che hanno un familiare che dovrebbero assistere, ma anche in questo caso non si vedono riconscere un legittimo trasferimento. Su 5000 dipendenti a livello nazionale si parla di Soli 400 trasferimenti, e su circa 800 dipendenti Siciliani solo 22 riusciranno a Tornare a Casa. Vi allego una lettera inviata alle segreterie nazionali dei sindacati e al Ministro Luigi Di Maio.

Antonino E. Puglia
Portavoce dei lavoratori Postali in Attesa di Mobilità Volontaria.


La lettera inviata alle segreterie nazionali dei sindacati e al Ministro Luigi Di Maio

Siamo i circa 5000 lavoratori postali che fanno parte della graduatoria di Mobilità nazionale. Non servono grandi presentazioni, voi ci conoscete bene, perché ogni giorno le vostre segreterie provinciali e regionali ricevono telefonate di lavoratori disperati, con situazioni familiari drammatiche.

Padri e madri costretti da anni a lavorare lontano dai propri figli, dalla propria famiglia e dalla propria terra. Figli che hanno genitori bisognosi di assistenza e non possono prestargli le dovute cure, perché distanti centinaia di chilometri. Mogli o mariti che chiedono un avvicinamento al proprio coniuge facente parte delle forze dell’ordine. Ce ne sono miglia di queste situazioni.

Sono anni che ci promettete che tutti prima o poi saranno trasferiti, sono anni che fate tessere sindacali promettendo trasferimenti che poi, di fatto, non avvengono. Questa volta con l’accordo sulle Politiche attive avevate l’occasione di mantenere quelle promesse, di regalare un po’ di serenità a questi lavoratori che, anche da più di 10 anni, fanno enormi sacrifici.

Dopo decine di incontri, di verbali, di riunione serrate, avete partorito un topolino. 206 trasferimenti per i portalettere e 206 trasferimenti per gli operatori di sportello, più qualche altro movimento per gli specialisti. Tutto questo a fronte di più di 5000 domande di trasferimento che attendono in un cassetto da anni. Tante categorie di lavoratori, poi, addirittura non vengono neanche considerate nel processo di mobilità, come se non appartenessimo tutti alla stessa azienda.

Mentre pensate a stabilizzare nuovo personale, con numeri ben diversi da quelli riservati ai trasferimenti, non siete neanche stati in grado di riservare un sacrosanto diritto di precedenza per far attivare ed esaurire per prima la mobilità nelle province interessate da queste stabilizzazioni. Personale neo assunto che va ad occupare il posto sotto casa mentre, chi da anni fa sacrifici e spera in un trasferimento, deve vedersi escluso.

E non veniteci a raccontare che non ci sono i posti quando sono le vostre stesse segreterie regionali che aprono conflitti di lavoro in diverse regioni d’Italia per mancanza di personale…chissà come mai in quegli stessi conflitti non si cita mai la Mobilità. Oltretutto le miglia di assunzioni di ctd in questi anni sono la prova più palese che i posti ci sono.

Tanti lavoratori poi stanno chiedendo di essere trasferiti dal Nord al Nord o, addirittura, dal Sud al Nord ma nonostante siate voi i primi a dire che queste tipologie di trasferimenti risultano più facili, non avete pensato neanche di cercare di far attuare questi ultimi.

Avete superato voi stessi, avete preso in giro migliaia di lavoratori, per anni. Avete sottovalutato e trascurato, dipendenti ma soprattutto persone che per questa azienda hanno dato tutto. Moltissimi di noi, per non perdere punteggio nelle graduatorie di Mobilità, sono andati a lavoro anche malati, altrimenti l’anno successivo avrebbero perso i 15 punti per la nuova domanda di trasferimento.

Ci avete tolto anche il diritto alla salute. Festività e compleanni “festeggiati” da soli, lontani chilometri dai propri affetti, perché l’azienda non concedeva nemmeno le ferie. Ora ad un paio di giorni dall’inizio della Mobilità che sarebbe dovuta partire dopo il 15 settembre, arriva un verbale dove con una procedura del tutto nuova, tanto per complicare ancora di più la vita a quei pochi fortunati, bisognerà accedere tramite un fantomatico applicativo per poter selezionare gli uffici, in ordine di preferenza all’interno della provincia richiesta in fase di trasferimento. Oltretutto vengono unificate le graduatorie tra part-time e full-time, creando ancora più confusione tra i lavoratori.

Davvero un “ottimo lavoro”, ma d’altronde non potevamo aspettarci nulla di positivo da chi per anni ha fatto finta di occuparsi di mobilità volontaria speculando sui tanti lavoratori che hanno come unico desiderio quello di ricongiungersi alle proprie famiglie. Avete dimostrato l’incapacità della classe dirigente sindacale, che non ascolta più il bisogno dei lavoratori ma sembra sempre più pensare solo ed esclusivamente alle proprie posizioni di rendita. Anche voi fate parte dei vecchi sistemi clientelari e della vecchia politica, che sta lasciando spazio a populismi, perché da voi non ci si sente più rappresentati. E anche i lavoratori stanno cominciando a rendersene conto.

Sicuramente i tanti che stavano sperando in voi per questo benedetto trasferimento, dovranno aprire gli occhi e cancellare in massa le vostre tessere sindacali. Noi come lavoratori ci affideremo sicuramente a qualche bravo avvocato o a qualche sigla sindacale minoritaria ma che sappia ristabilire i diritti che voi non siete stati in grado di tutelare.

Questa gestione della mobilità, dove si pensa prima ad assumere poi forse e dico forse a trasferire, non può essere una soluzione da noi condivisibile. Troppi anni sono passati senza che voi abbiate fatto qualcosa di concreto per noi e adesso è giunta l’ora in cui dobbiamo essere noi a fare qualcosa per noi stessi e per il nostro diritto ad ottenere un trasferimento.

Grazie per averci fatto passare anni di false promesse lontani dai nostri cari.

COMITATO LAVORATORI POSTALI IN ATTESA DI MOBILITA’ VOLONTARIA

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