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venerdì, 29 Marzo 2024

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“Quando il Mostro è il proprio padre!”, intervista a Alessandra Hropich

“Quando il Mostro è il proprio padre!”. Alessandra Hropich, è il tuo primo libro, parlacene un po’
Si tratta di una storia vera molto forte. Un Mostro con la maschera di uomo buono e pacifico all’esterno, solo in casa, al riparo da occhi indiscreti, colpirà pesantemente le persone più indifese.

E’ una storia di perversione o cosa?
La perversione non è mostruosità. Un uomo pervertito non vuol dire che sia un Mostro. Il Mostro di cui parlo nel libro è un pervertito violento.

Secondo te, le vittime perché spesso non si raccontano agli altri?
Spesso la vittima non parla per vergogna, ritenendosi assurdamente spesso anche colpevole. Chi diventa vittima non si rende conto di non avere delle colpe.

Che persona è questo padre/Mostro?
Un uomo molto ordinato, preciso, un moralista pronto a criticare il prossimo alla prima occasione, un apparente benefattore. Tanto buonismo apparente gli é sempre servito per guadagnarsi la fiducia del mondo esterno ma al tempo stesso, anche la fiducia della moglie. Proprio la moglie saprà la verità tardi e si renderà conto di aver sposato un uomo perfettamente sconosciuto ai suoi occhi.

Cosa può spingere un Mostro a sposarsi?
Il bisogno di avere un’ apparente vita normale spinge molti Mostri a sposarsi. Poi, mettiamoci anche che spesso ai Mostri torna facile approfittare dei propri familiari, si crea una situazione assurda e malsana in un ambiente ristretto e sicuro.

Quali sono in genere le persone più prese di mira dai Mostri?
Soprattutto le persone indifese:i bambini, i disabili, le donne in difficoltà, questo, in generale. Il Mostro di cui racconto è attratto soprattutto da tutte quelle situazioni proibite.

Si può capire se un uomo è un Mostro?
Si, a patto che una donna legga i comportamenti e i gesti anomali di un uomo. La moglie del Mostro ha finito con l’ accettare i comportamenti del marito, giustificandoli con motivazioni superficiali. Una donna che vuole salvare un matrimonio ad ogni costo, spesso tralascia particolari inquietanti.

Alessandra, questa storia cosa ti ha insegnato?
Mi ha insegnato che l’ apparenza inganna sempre. Mi ha insegnato a dubitare sempre di tutti, nessuno escluso. Dubitare non significa non credere al prossimo ma di prendere tutto con le pinze, di non chiudere gli occhi nemmeno in casa dove vivono persone che dovrebbero proteggerci. Inoltre mi ha scandalizzato l’ atteggiamento dei vicini e conoscenti del Mostro. Se il Mostro posso ben definirlo un diavolo colpevole, chi sapeva ma ha taciuto non è da meno. Temo più la bontà dei finti onesti che la cattiveria dei malvagi.

Per concludere, esiste, secondo te una caratteristica che accomuna i Mostri?
L’astuzia e la furbizia. Il Mostro è un manipolatore che sa ben raggirare le vittime e le persone all’esterno dell’ ambiente familiare. Prima si informa, conquista l’ altrui fiducia, poi colpisce, quando è certo di non essere disturbato.

Clicca qui: http://www.bibliotheka.it/Quando_il_mostro_e_il_proprio_padre_IT?fbclid=IwAR19eUj71FpRQ2ZDw8GvttapJRgUT8atHffrZH9FGfweLe5yElu4BLuCuFg

Una storia vera…
Mostro. Parola sfaccettata, ambigua, dai molteplici significati. Figura che assembla in sé una contaminazione innaturale di elementi diversificati, tali da provocare meraviglia o orrore. O, ancora, che possiede in misura straordinaria qualità negative o positive. E il Protagonista di questa lancinante storia vera narrata da Alessandra Hropich è mostro nell’accezione maggiormente negativa del termine, esempio supremo di malvagità, sintesi estrema di pulsione perversa e distruttiva. Spesso le mura domestiche celano incubi che, dall’esterno, non riescono ad essere colti. Incubi che popolano solamente le vite di chi abita quelle mura. In questo caso Una moglie e due figlie alla mercé di un padre-padrone. Una figura sfuggente, psicologicamente, distorta, disturbata e instabile che, oltre a portare su di sé il marchio infamante della pedofilia, è pervasa da una serie infinita di patologie e turbe mentali. Quel che si dice un “vero e proprio caso clinico da manuale”. Quando il mostro è Il proprio padre è la cronistoria nuda e cruda di una famiglia distrutta dalla Presenza di un orco dalla crudeltà senza limiti e si pone come un diario degli avvenimenti in cui gli abusi sui minori sono solo uno dei tanti scheletri nell’armadio analizzati. Un libro che, scoperchiando uno dei tanti vasi di Pandora nascosti nelle case del nostro Paese, vuole essere di interesse, sia collettivo, sia per chi sta vivendo un simile trauma, non avendo ancora avuto la forza o il coraggio di ribellarsi ad esso. Corredato da Interviste a personalità del mondo ecclesiastico, legale e medico questa discesa agli inferi nella anormale normalità di una famiglia s’imprime nella memoria. Ricordando al lettore che il male e la sua atroce banalità si nascondono più vicino di quanto si pensi.

Vi presentiamo il libro “Mostri!”: intervista all’autrice Alessandra Hropich

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