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giovedì, 28 Marzo 2024

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Sanremo 2020, la scaletta dei duetti della terza serata e i voti alle 24 canzoni dei Big

Il Festival di Sanremo 2020 arriva alla terza serata nella quale verranno festeggiati i 70 anni della kermesse con i duetti sulle note delle canzoni che hanno scritto la storia del Festival e della musica italiana. In diretta su Rai 1, dalle 20.40 circa, Amadeus conduce la terza serata del Festival di Sanremo 2020, insieme a Fiorello, Tiziano Ferro e a due nuovi volti femminili: la conduttrice albanese Alketa Vejsiu e la modella argentina Georgina Rodriguez, nota ai più per essere la compagna di Cristiano Ronaldo. Ospiti della serata, inoltre, Roberto Benigni, i cantanti Lewis Capaldi e Mika e il cast della fiction di Rai 1 L’Amica Geniale. E’ la puntata delle cover, che vedranno i big in gara reinterpretare e duettare con gli ospiti alcune celebri canzoni.

Ecco, in ordine di uscita, le 24 esibizioni della serata:
Michele Zarrillo – Deborah con Fausto Leali
Junior Cally – Vado al massimo con i Viito
Marco Masini – Vacanze romane con Arisa
Riki – L’edera con Ana Mena
Raphael Gualazzi – E se domani con Simona Molinari
Anastasio – Spalle al muro con P.F.M.
Levante – Si può dare di più con Francesca Michielin e Maria Antonietta
Alberto Urso – La voce del silenzio con Ornella Vanoni
Elodie – Adesso tu con Aeham Ahmad
Rancore – Luce con Dardust e La Rappresentante di Lista
Pinguini Tattici Nucleari – medley Papaveri e papere, Nessuno mi può giudicare, Gianna, Sarà perché ti amo, Una musica può fare, Salirò, Sono solo parole, Rolls Royce
Enrico Nigiotti – Ti regalerò una rosa con Simone Cristicchi
Giordana Angi – La nevicata del 56 con Solis String Quartet
Le Vibrazioni – Un’emozione da poco con Canova
Diodato – 24 mila baci con Nina Zilli
Tosca – Piazza Grande con Silvia Perez Cruz
Rita Pavone – 1950 con Amedeo Minghi
Achille Lauro – Gli uomini non cambiano con Annalisa
Bugo e Morgan – Canzone per te
Irene Grandi – La musica è finita con Bodo Rondelli
Piero Pelù – Cuore matto
Paolo Jannacci – Se me lo dicevi prima con Francesco Mandelli
Elettra Lamborghini – Non succederà più con Myss Keta
Francesco Gabbani – L’italiano

I voti alle canzoni dei 24 Big

Francesco Gabbani – Viceversa. Francesco cambia e stravolge se stesso sedendosi al pianoforte e proponendosi con una bella ballata d’amore che, però, trova un inciso fresco e che in radio funzionerà ugualmente grazie ad un ottimo ed azzeccato arrangiamento. Meglio, comunque, le strofe che si dimostrano coraggiose rispetto ad un inciso che ha troppo bisogno di farsi canticchiare. Vincere ancora sarà difficile ma arriverà in alto. Cresce nel corso del pezzo. VOTO: 9,5

Diodato – Fai rumore. E’ uno dei pochi custodi della canzone sanremese in questo Festival che, per ora, si è rivelato piuttosto di rottura ed avanguardista nelle proprie intenzioni e proposte. La sua canzone, che grida alla necessità di fare rumore per essere ascoltati da un mondo sempre più sordi, ha l’apertura orchestrale che il palco dell’Ariston merita ed un testo che commuove con i suoi richiami di nostalgia. Il brivido arriva convinto. Un invito a farsi sentire. VOTO: 9,0

Elodie – Andromeda. Mahmood e Dardust scrivono per lei un brano che sarà in vetta alle classifiche radiofoniche. Lei però non rinuncia alla sua vocalità importante che viaggia con efficacia su e giù dalla melodia. Riuscirà anche a vincere? Forse si, forse no ma la sua vittoria sarà fuori e le classifiche lo dimostreranno senza ombra di dubbio. VOTO: 9-

Irene Grandi – Finalmente io. Dietro di lei, di questo suo ritorno in grande stile e di questa canzone c’è l’animo rock e trasgressivo di Vasco Rossi che ha messo il suo sigillo su questo brano più di quanto abbia fatto per altre produzioni. Lei è tornata cazzuta, decisa ed energica regalando al pubblico il ritorno che aspettava da tempo. Ha tutte le carte in regola per funzionare. VOTO: 8,5

Le Vibrazioni – Dov’è. Parte con il pianoforte ma poi evolve verso il più tipico sound di Francesco Sarcina e compagni anche se l’esplosione rock non arriva veramente mai se non (forse) nello special finale che apre anche la voce. Interpretazione particolarmente sentita da parte di Sarcina che trova nella scrittura profonda e riflessiva di Casalino lo strumento ideale per “imporre” al pubblico la dimensione della riflessione. Evolve e con gli ascolti crescerà, e magari salirà sul podio. VOTO: 8++

Giordana Angi – Come mia madre. Punta a commuovere e a raccontare un tema che piace a tutti da sempre perchè la mamma è sempre la mamma. La sua voce è penetrante ed entra dentro tirando fuori la verità e l’intensità di cui è da sempre capace. Brava, emozionante e decisamente una penna da tenere d’occhio per la sua capacità di usare le parole. Brava brava. Brividino sul finale di serata ma merita più ascolti per apprezzarla davvero testualmente. VOTO: 8+

Levante – Tikibombom. La ragazza ci crede davvero nella sua proposta musicale e nella sua canzone che risulta essere difficile da assimilare al primo ascolto ma che ha tutte le carte in regola per convincere sulla lunga distanza. Performance sentita ed autentica e canto misurato ed efficace. Un debutto che abbiamo aspettato per tanto e che quest’anno si realizza con una bella canzone alla Levante che può conquistare l’Ariston. VOTO: 8,0

Junior Cally – No grazie. E’ il momento delle polemiche da spegnere e da affrontare a muso duro mettendoci la faccia (non è un caso che la maschera sia sparita). Le parole che sputa con determinazione in faccia al pubblico sono importanti e coraggiose ma attenzione al ritornello che si fa canticchiare con facilità sfruttando anche uno dei migliori arrangiamenti d’orchestra e coro presenti in questo Festival. Vince la sfida grazie ad una canzone che parla per lui. VOTO: 7,5

Elettra Lamborghini – Musica (e il resto scompare). Punta ovviamente sulla propria immagine e sulla propria dose di provocazione tirando fuori un sound latino che le appartiene da sempre e che ci resterà in testa (ed in radio) fino all’estate. C’è da giurarci. Lei, però, è talmente debole vocalmente che il resto scompare davvero. Anche una canzone che, di per sè, non sarebbe nemmeno così pessima. Impossibile prenderla sul serio. VOTO: 7+

Achille Lauro – Me ne frego. Lui è la provocazione in persona e, in questo caso, la provocazione è soprattutto estetica visto che la canzone si rivela essere molto più ‘misurata’ rispetto alla “Rolls Royce”. Definitelo (a piacimento) genio o pazzo ma questa sua esibizione farà la storia del Festival come il pancione finto di Loredana Bertè. La canzone? In tutto questo passa in secondo piano ma, in effetti, risulta più debole della bomba rock di Sanremo 2019. VOTO: 7,0

Enrico Nigiotti – Baciami addesso. La sua confermata presenza al Festival di Sanremo sceglie di adottare e abbracciare totalmente la forza della tradizione sanremese che da sempre punta sulla forza dei sentimenti e di un amore da raccontare in modo travolgente. Pur essendo classica la canzone non perde l’occhio attento verso la contemporaneità che si manifesta con un arrangiamento attento e curato. Potente nella sua semplicità. VOTO: 7-

Rancore – Eden. Porta sul palco dell’Ariston una proposta tutta sua e che gli consente di esprimere il proprio rap che, finora, è ampiamente il migliore di questo Sanremo 2020. Le strofe sono intense, ricchissime di parole e di immagini che andranno comprese e assimilate ma l’inciso è potente, trascinante ed orecchiabile grazie alla produzione di Dardust che si ispira chiaramente a Mahmood e a quel clap-clap che stavolta diventa ta-ta-tac. Funzionerà e crescerà con il tempo. VOTO: 7–

Raphael Gualazzi – Carioca. Una canzone che si fa cantare e che chiama il battito di mani per sua stessa natura. Attenzione perché Gualazzi si rivela in grado di conquistare sia il gusto alto per la sua riconosciuta capacità musicale che il gusto medio-basso per un brano che facilmente spopolerà in radio già da domani. Impossibile non fischiettare e canticchiare un inciso che si risulta davvero funzionale, trascinante e frizzante. Che possa tornare a riempire un posto del podio a distanza di 6 anni dalla sua ultima partecipazione al Festival? VOTO: 7,0

Piero Pelù – Gigante. E’ un rock alla Piero Pelù che risulta più attuale di quanto si avrebbe potuto immaginare. Ad ogni modo il pezzo non regala troppi scossoni o sorprese ad eccezioni del bel special conclusivo che utilizza in modo interessante la parte ritmica e che costringe l’orchestra a battere le mani in un’esplosione di gioia e cori da stadio. Il ritornello si lascia cantare con forza e animo spigliato. Da risentire perchè le sensazioni sono contrastanti. VOTO: 7-

Pinguini Tattici Nucleari – Ringo Starr. I ragazzi che arrivano dalla provincia di Bergamo fanno ballare tutti dall’inizio alla fine della canzone con una trascinabile tormentone che esplode in un inciso potente e fischiettabile che si fa canticchiare già dopo un solo ascolto. In radio, statene certi, spopoleranno sicuramente ma l’Ariston sarà pronto ad acclamarli dopo aver già visto Lo Stato Sociale e i Boomdabash collocarsi su quella stessa scia? Vedremo… VOTO: 7–

Anastasio – Rosso di rabbia. E’ l’espressione della rabbia giovanile, della delusione dei ragazzi verso un mondo che non li rappresenta e non li include. Il ragazzo è comunicativo e sul palco trasmette tutto il senso del suo pezzo che gode anche di un ritornello funzionale e che suona con convinzione. Per essere tra i favoriti, delude. VOTO: 6,5

Riki – Lo sappiamo entrambi. Riparte da dove aveva interrotto e quindi puntando al pubblico più giovane ed adolescenziale a cui da sempre si rivolge. Riesce a convincere proprio sotto questo punto di vista e con questo obiettivo utilizzando la voce “distorta” in due punti del brano pur non arricchendo particolarmente la canzone che risulta essere tradizionalmente sanremese ed italianocentrica. VOTO: 6+

Michele Zarrillo – Nell’estasi e nel fango. E’ il veterano di quest’anno ma risulta molto più giovane, fresco e a fuoco di tanti altri. La sua canzone suona molto electropop e poco zarrilliana ma convince, come sempre, per le sue indiscutibili qualità di musicista di classe che gli consentono anche di usare un azzardatissimo falsetto continuo nel ritornello che sarà impossibile non canticchiare con convinzione. VOTO: 6++

Tosca – Ho amato tutto. Lei va in scena nel vero senso della parola. La sua voce si appoggia su di un timido pianoforte che accoglie i versi di una canzone che dipinge con classe un quadro che si va a comporre piano piano. Classica, classica, classica. Troppo per essere del 2020. Si apre nel finale ma ormai è troppo tardi per salvare il tutto dal punto di vista commerciale. Peccato perchè poteva regalarci qualcosa più degno della sua voce. Emozionante ma senza futuro fuori di qui. Purtroppo. VOTO: 6,0

Marco Masini – Il confronto. Lui ci mette nuovamente la faccia dimostrando in modo chiaro e forte tutta la sua identità musicale che questo brano restituisce al pubblico in modo immediato come una cartina da tornasole. La cosa è un punto a favore come anche una scommessa non vinta del tutto. Sarà da valutare nei prossimi ascolti ma ciò che è innegabile è che la canzone conquisterà i più romantici e nostalgici. VOTO: 6-

Rita Pavone – Niente (resilienza 74). Vuole essere la regina del rock e dell’energia sul palcoscenico di questo Festival e la canzone glielo permette ampiamente facendo leva su di una costruzione melodica che vuole restituire un’immagine di potenza e forza. Ci si aspettava un grido di voce ed una bomba pronta ad esplodere sul palco tirando fuori tutti i segreti del mestiere. Lei fa molto e un po’ troppo, la canzone… VOTO: 6–

Paolo Jannacci – Voglio parlarti adesso. Debutto sul palco dell’Ariston per un musicista di classe che deve tanto alla sua tradizione e ai suoi studi. Qui porta in scena tutta la sua fragilità ed il suo senso di paternità rivolgendosi ad una figlia che vede crescere davanti ad i suoi occhi. Non sarà un tema originale ma è pur sempre un qualcosa che per ogni genitore può risultare un pugno al cuore. Sanremese nella melodia, sincero nelle parole. VOTO: 5,5

Bugo e Morgan – Sincero. E’ il mix che non ti aspetti con la canzone che non ci si aspetta essenzialmente perché la loro proposta stupisce dall’inizio alla fine. Morgan vocalmente non è più al top da tempo, Bugo entra dentro al testo quando il pezzo è già molto vicino alla sua conclusione. Può crescere con gli ascolti confidando soprattutto nell’accresciuto feeling tra i due. Per ora non ancora chiarissima la loro proposta. VOTO: 5+

Alberto Urso – Il sole ad est. La sua è una proposta che riprende in pieno la tradizione del bel canto all’italiana che oggi piace più fuori dai nostri confini che nel nostro Paese. Troppo semplice forse la costruzione melodica e testuale della canzone per riuscire a convincere davvero il pubblico che oggi da Sanremo chiede qualcosa di nuovo, qualcosa in grado di spopolare in radio e di competere nella dimensione discografica con i nuovi fenomeni musicali. Piacerà forse alla galleria ma la sua bella voce non può ancora sopperire ad una canzone troppo debole. VOTO: 5,0

Oltre ai 12 big, la seconda serata di Sanremo 2020 di ieri ha visto anche alternarsi sul palcoscenico grandi ospiti della musica italiana ed internazionale. A cominciare da Tiziano Ferro che ha condiviso il palcoscenico con Massimo Ranieri. Insieme i due hanno cantato “Perdere l’amore” regalando uno dei momenti musicali più emozionanti e belli della serata. Standing ovation da parte del pubblico dell’Ariston con Ferro emozionato nel poter condividere questo momento con uno dei suoi artisti preferiti a cui ha strappato la promessa di ricantare insieme al suo concerto allo Stadio San Paolo di Napoli.

Uno dei momenti più attesi è stata la Reunion dei Ricchi e Poveri che ha visto ricongiungersi Angela Brambati, Marina Occhiena, Franco Gatti e Angelo Sotgiu. Un medley dei loro successi ha fatto letteralmente ballare e cantare tutta la platea di Sanremo e non solo.

Poi è stata la volta di Zucchero che ha letteralmente infuocato il pubblico di Sanremo con due straordinarie canzoni – “Spirito nel buio” e “La canzone che se ne va” – tratte dall’ultimo album D.O.C., e sulle note di “Solo una sana e consapevole libidine…”. Infine Gigi D’Alessio che, emozionato come non mai, ha celebrato i 20 anni di “Non dirgli mai”, una delle sue canzoni più belle presentata proprio a Sanremo nel 2000. Un “compleanno” speciale che l’artista napoletano ha voluto condividere con tutto il suo pubblico.

Sanremo 2020: classifica generale dopo la prima e seconda serata (giuria demoscopica)
01 – Francesco Gabbani
02 – Le Vibrazioni
03 – Piero Pelù
04 – Pinguini Tattici Nucleari
05 – Elodie
06 – Diodato
07 – Irene Grandi
08 – Tosca
09 – Michele Zarrillo
10 – Levante
11 – Marco Masini
12 – Alberto Urso
13 – Giordana Angi
14 – Raphael Gualazzi
15 – Anastasio
16 – Paolo Jannacci
17 – Achille Lauro
18 – Enrico Nigiotti
19 – Rita Pavone
20 – Riki
21 – Elettra Lamborghini
22 – Rancore
23 – Bugo e Morgan
24 – Junior Cally

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