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mercoledì, 24 Aprile 2024

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Gregorio Fasulo, centenario della nascita (1920-2020)

Gregorio Fasulo, giovane terziario agostiniano scalzo di Palermo, fiore umile e delicato, cresciuto nel giardino del Signore, in parte sconosciuto, ma che è doveroso portarlo conoscere per la sua testimonianza cristiana.

Far conoscere vite fissute nelle continue sofferenze fisiche, sopportate con eroismo per il Signore, è un lodare il Signore per quanto opera nei suoi servi. Vite brevi, ma vissute intensamente come poesie brevi, ma piene di contenuto. Sono fiori umili e delicati, posti nel giardino del Signore, spesse volte sconosciuti, ma che è doveroso portarli alla luce della memoria come questo terziario agostiniano scalzo di Palermo: Fasulo Gregorio. S. P. Agostino ci dice che nel giardino del Signore ci sono molti fiori: Fratelli, quel giardino del Signore, possiede non solo le rose dei martiri, ma anche pure i gigli delle vergini e le edere dei coniugi e le viole delle vedove (Disc. 304,3). Ne parla anche il Direttore del Terz’Ordine degli Agostiniani Scalzi e Priore del convento di S. Gregorio di Palermo, P. Francesco Recupero, nel ricordino fatto in occasione della sua morte: è un nuovo e fragrante fiore cresciuto sulle zolle benedette del Calvario, il monte degli amanti di Gesù.

Il ricordino è formato di quattro paginette: la prima è dedicata alla foto del giovane terziario, mentre le altre tre narrano brevemente la sua vita. Esso è stato preparato e dato alle stampe da P. Francesco Recupero per farlo conoscere questo e per averli ci si poteva rivolgere al Direttore del Ter’Ordine degli Agostiniani Scalzi Chiesa dui S. Gregorio Papa a Porta Carini Palemo.

Fasulo Gregorio è nato a Palermo il 14 febbraio 1920. Suo padre lavorava nelle Ferrovie come macchinista e ben presto rimase vedovo, poiché la moglie è morta quattro giorni dopo la nascita del figlio Gregorio, a causa dell’epidemia detta la spagnola. Gregorio ebbe tre fratelli: Suor Paolina, Rocco, Grazia. Egli non ebbe una vita facile perché senza la mamma e andò incontro ad un susseguirsi di malattie che hanno messo più volte in pericolo la sua vita. Trovò un lavoro di sarto spesse volte saltuario a causa delle sue sofferenze comportandosi sempre da buon cristiano come afferma P. Recupero: Nell’osservanza della legge divina non ammise accomodamenti di sorta con la sua coscienza e preferì talvolta restare privo del suo lavoro di sarto piuttosto che frequentare sartorie dove era costretto di profanare i giorni festivi o di ascoltare bestemmie o un linguaggio meno che corretto (ricordino).

Si scrisse insieme alla mamma adottiva al nostro Terz’Ordine come fa sapere alla sorella Suora Paolina: Ti faccio sapere che mi sono iscritto tra i Terziari di S. Agostino, anche la mamma si e scritta terziaria (lettera 25-9-1944). Non contento di ciò, chiese al P. Generale, P. Ignazio Randazzo, di entrare tra gli Agostiniani Scalzi, ma, a causa delle continue sofferenze, non fu accettato rimettendosi totalmente alla volontà di Dio, come egli scriveva a Suor Paolina, un mese prima di morire: Quando parlai col padre generale degli Agostiniani scalzi se mi accettasse, sapendo che sono sofferente mi disse: “prega tu il Signore affinché ti dia la salute ed io ti accetterò” (lettera 21-2-1945). Chiese anche ai Padri Filippini di farsi religioso, ma, anche qui, non è stato accettato A Tutte e due parti sono stato rifiutato – fa sapere a Suor Paolina – per causa delle mie sofferenze. Vol dire che il Signore vuole da me il sacrificio delle sofferenze sia fatta la sua volontà (lettera 22-10-1944).

Gregorio ha vissuto una vita spirituale intensa come afferma P. Recupero: Anima profondamente eucaristica, giornalmente, di buon mattino, prima di recarsi al lavoro, era ai piedi di Gesù per la Messa, che, benche sofferente, ascoltava in ginocchio con esemplare pietà, e per la Comunione, che riceveva con ardore di Angelo. La visita al SS. Sacramento, la meditazione, la lettura spirituale erano il sussidio quotidiano a una vita d’intensa pietà (ricordino). Ce ne parla lui stesso scrivendo a suor Paolina: Ogni mattina io sono ai piedi dell’altare nella Chiesa di S. Gregorio, cioè dove sono congregato, e quel momento avrai fatta la Comunione e mi sento di essere vicino a te racchiusi tutti e due nel Cuore di Gesù, credo che anche tu lo penserai in quel momento, come è bello che pur essendo lontani materialmente siamo vicini spiritualmente (Lettera 25-9-1944)

A vent’anni si aggiunse alle tante difficoltà una grave malatia cardiaca. Trascorse l’ultimo periodo della vita tra continue atroci sofferenze, che abbracciò benedicendo il Signore, lieto di portare la Croce con Lui sulla via del Calvario.

Diceva alla sorella suora di non preoccuparsi delle sue sofferenze perché sono doni di Dio per acquistare tanti meriti: Delle mie sofferenze io non mi preoccupo e non voglio che gli altri si preoccupano nemmeno, anzi desidero che gli altri si rallegrino con me nello stesso modo come se io fossi di ottima salute e mi aiutano a ringraziare il Signore del sì grande beneficio che mi fa acquistare tanti meriti che io non sono degno. (lettera 21-2-1945).

Chiedeva preghiere alla sorella per fare la volontà di Dio: Io prego Gesù per te che ti faccia avanzare nelle virtù pregalo anche tu per me affinché mi conceda la grazia di conoscere lo stato in cui vuole essere servito da me e disponga tutto secondo la sua volontà (Lettera 25-9-1944).

Si è detto sempre disposto a fare la volontà di Dio e quindi accettare con amore le sofferenze come diceva alla sorella suor Paolina: mi importa solo sapere che faccio la sua Santa volontà, ecco perché nelle mie sofferenze sono felice e lo stesso desidero che gli altri siano felici come me perché conosco di fare la volontà del Signore e qualunque siano le mie sofferenze sono sempre felice, ansi quando più pesanti sono le nostre croci tanto più contenti dobbiamo essere perché allora il Signore ci sta più vicino /Lettera 21-2-1945).

Si prendeva cura dei bisognosi: Amò i poveri e li confortò con le visite domenicali, la buona parola, i piccoli soccorsi, che erano il frutto delle sue privazioni ( ricordino).

Leggeva le vite dei Santi in modo particolare quelli che si erano santificati con la sofferenza con il desiderio di imitarli:“Il dolore è una gioia e il patire è felicità: non basta rassegnarci al dolore, ma lo dobbiamo desiderare”, scriveva nei suoi Appunti spirituali. Il Lunedì Santo, 26 marzo 1945, moriva serenamente da servo buono e fedele.

Gli ammiratori delle sue virtù – concludeva i brevi cenni della vita P. Francesco Recupero – pregano, sperando, che Dio voglia coronarlo della gloria dei Santi. (ricordino).

Nel libretto di devozione di S. Alfonso M. De’ Liquori Dottore di S. Chiesa, La Via della Salute, Meditazioni e pratiche spirituali per acquistare la salute eterna, Alba, Pia Società San Paolo, 1931 Gregorio ha aggiunto a penna queste belle espressioni in cui si nota, non solo la sopportazione delle sofferenze, cosa già umanamente difficile, ma soprattutto l’amore alla sofferenza.

Ciò mette in risalto certamente la particolarità di questo giovane terziario agostiniano scalzo:
– Non si ama Gesù se non si ama la croce
– Il mio cibo è Gesù e il dolce è la croce
– Con voi voglio vivere per voi voglio soffrire in voi voglio spirar l’anima mia
– Perché vi amo voglio morire con voi in croce
– Soffrire per Gesù per gioire sempre più.

PROGRAMMA DEL CENTENARIO

Palermo – 1° Centenario della nascita del nostro terziario Gregorio Fasulo (1920-2020):

Venerdì 14 febbraio
Ore 17 incontro su “Gregorio, nostro compagno nella palestra della vita”, presso la Parrocchia Sant’Ernesto.
Ore 19 celebrazione dei Vespri

Sabato 15 febbraio
Ore 10,30 visita alla tomba di Gregorio presso il cimitero di S. Orsola
Ore 13,00 pranzo conviviale presso il Santuario Agostiniano della Rocca.
Ore 16 celebrazione S. Messa

Domenica 16 febbraio
Ore 11,15 Celebrazione S. Messa presso la Chiesa San Gregorio al Capo (Amici di Gregorio Fasulo)

Fasulo Gregorio - foto (1)

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