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Centenario della morte di P. Teodoro Russo, Agostiniano Scalzo

P. Teodoro Russo, 1° centenario della sua morte. Se dopo 100 anni se ne parla ancora, vuol dire che ha lasciato una traccia. P. Mario Genco

  1. TEODORO RUSSO

Agostiniano Scalzo (1837-1920)

Nel 1° Centenario della morte (1920-2020)

Fratello del Venerabile Don Nunzio Russo

Nacque il 16 (al civile 17) febbraio 1837 a Palermo in Via Volturno, 56 da Giuseppe Russo e Anna Morello, una famiglia agiata e piissima. Fu il terzo di nove figli: 1. Gaetano 2. Francesco 3. Antonio (P. Teodoro) 4. Luigi Giovanni Battista Nunzio 5. Nunzio Giovanni Battista (Don Nunzio) 6. Maria Ursula Giuseppina 7. Giovanni Battista 8. Vincenzo 9. Salvatore. Il quinto fratello P. Nunzio, sacerdote diocesano, fondò l’istituto delle suore Figlie delle Croce e varie opere di apostolato. E’ morto in concetto di santità e il 1-12-2016 Il Papa Francesco ha emanato il Decreto sulle eroicità delle virtù con cui Don Nunzio Russo è dichiarato Venerabile. Fu battezzato il giorno dopo nella Cattedrale di Palermo da Rev.do Don Lorenzo Coco e gli furono posti i nomi di Antonio, Giuseppe, Giovanni. I padrini furono Russo Antonio e Morello Ursula. Ebbe una madre che insieme al latte lo nutrì con la fede e coll’esempio.

Così affermava il fratello P. Nunzio: Agli insegnamenti di mia madre io debbo la fede e l’amore al mio Dio… Sulle ginocchia di lei appresi bambino ad amarlo, mediante quei fatti scritturali che mai mi sono usciti di mente, e coi quali essa dilettandomi mi istruiva… A lei debbo il maneggio di quell’arte salutare per la quale spesso col divino aiuto giungo a persuadere, a commuovere i peccatori!… Questa santa mia madre… usava tante volte, me presente, chiamare un venditore ambulante,

un familiare, un parente, un amico e, fatto ingegnosamente cadere il discorso intorno a Dio, ne parlava con tanto ardore, che commuovevansi quelli, ed allora congedavali quando i loro occhi si imperlavano di lagrime, segno non dubbio della commozione che di dentro agitavali (Stabile Francesco Michele, Nunzio Russo, Salvatore Sciacca editore, Caltanissetta – Roma, 1997, p. 16).

Agostiniano Scalzo

Quindicenne entrò nel nostro convento di S. Nicola in Palermo. Là vestì l’abito religioso in qualità di postulante, per essere poi inviato a Trapani nel convento di Gesù, Maria e Giuseppe (Itria), dove il 1 aprile 1853 ha iniziato il noviziato. Professò solennemente nelle mani del Priore di S. Gregorio papa di Palermo, P. Pasquale del SS. Salvatore, a nome del Vicario Generale P. Innocenzo Buongiorno di S. Alberto, sabato 19 marzo 1858 alle ore 17. Fece gli studi di Filosofia nel convento di S. Nicola di Palermo e quelli di Teologia a S. Gregorio Papa. Suo maestro di chiericato fu P. Benedetto di S. Nicola da Tolentino. Ha ricevuto il Suddiaconato il 29-5-1858, il Diaconato il 19- 3-1859 e il sacerdozio il 18-3-1860. Ha conferirglieli è stato Mons. Domenico Gilluffo, vescovo ausiliare del Cardinale di Palermo Mons. Giovanni Battista Naselli. Durante la rivoluzione del 1860 si prodigò a favore dei feriti e dei moribondi senza distinzione di classe e di colore politico. Nel 1862 era nel convento di S. Nicola ancora come sacerdote studente, dove rimase fino alla soppressione dei beni ecclesiastici nel 1866. P. Teodoro allora ritornò nella casa paterna sita in Via Volturno, 56 con i fratelli e l’unica sorella nubile che lo assistette con amore e pazienza. Per qualche tempo resse la Rettoria della chiesa di S. Nicola da Tolentino di Palermo. Fu combattuto dagli anticlericali per gli articoli religiosi che egli insieme al fratello P. Nunzio ed altri preti zelanti scrivevano nel giornale “L’ Ape Iblea” (1868-1871), per la loro intransigenza nei confronti del nuovo Stato liberale massonico.

Ebbero in pochi mesi minacce, calunnie e dovettero cambiare per cinque volte tipografia. Scrisse anche nella La Sicilia Cattolica  (1869–1871), che poi si fuse in un unico foglio con “L’Ape Iblea”, l’8-7-1871, prendendo il titolo di La Sicilia Cattolica già Ape Iblea  che durò fino al 1904. Insieme a P. Nunzio fu arrestato agli inizi di agosto del 1869 e tenuto in carcere per 13 giorni. Il giornale fu sequestrato. Il 21 agosto furono mandati a domicilio coatto a Morreale  (PA). Dopo 20 giorni furono

mandati a casa. L’Arcivescovo di Palermo Mons. Celesia Michelangelo il 18 gennaio 1872 lo elesse membro della Commissione che dirigeva ed amministrava le Messe avventizie, che aveva sede nella chiesa parrocchiale di S. Antonio. Sia P. Teodoro sia P. Nunzio era caratteri forti come affermava P. Nunzio nel 1873 scrivendogli da Gangi, dove si trovava: Mio fratello carissimo, i caratteri più forti sogliono per grazia di Dio pigliare una tempera di dolcezza così cara che sembrano addolcire anche coloro che li sentono; godo assai quindi che dalla maschia robustezza dell’indole tua sia uscita tanta mansuetudine da trovar solo paragone nella stessa dolcezza:’De forti egressa est dulcedo’. Ma poverino, ti ha dovuto costare assai.

  1. Teodoro rimpiangeva il convento, i confratelli, la vita religiosa, i cui componenti avevano gli stessi ideali, le stesse aspirazioni. Stando fuori invece doveva vivere con chi aveva altri interessi, quali la ricerca del denaro, l’onore e il piacere.
  2. Nunzio, al quale confidò tali sentimenti, gli rispose: “E’ un martirio prolungato il pensare che nel cuore degli uomini per lo più non c’è Dio, ma l’oro, l’onore, il piacere. Costì deve essere più. E’ impossibile poter convivere con persone che hanno diverse tendenze:.. Dobbiamo ringraziare continuamente il Signore che ci ha redento da questa passione prepotente dell’oro; se non andiamo in cerca di denaro è appunto perchè Gesù Cristo ha estinto in noi la sorgente della sua sete: ringraziando faccia

per terra. Teodoro mio, tutta l’eternità non basta per ringraziare Iddio della grazia che ci ha fatto in abbondanza. A te poi ha voluto versare tutta la copia di essa e ti ha redento anche dalle fonti delle tre concupiscenze; il triplice solenne voto da te emesso in religione, proibendoti sinanche il desiderio di ciò che è lecito per altri, il desiderare, ha fatto con te ciò che farà con gli altri dopo la risurrezione.” (lettera del 17-1-1873). Della relazione epistolare di P. Teodoro con P. Nunzio si conserva un bigliettino soltanto indirizzato a P. Nunzio senza data e luogo fattoci avere dalle Suore Figlie della Croce. Così vi è scritto: Carissimo fratello, Ho ricevuto le lire quattro che mi mandasti a compimento delle lire ventiquattro per la dipintura dei due bambini per gli istituti e te ne ringrazio sentitamente. Godo nel saperti migliorato e ti prego di ricordarmi nelle tue preghiere e riverirmi codesti Padri. Se scriverai al Reverendissimo ti prego di ricambiargli i miei dovuti ossequi. Addio. P. Teodoro.

Il 10-9-1879 perse la madre: Moriva giorni addietro nel bacio del Signore, munita di tutti i conforti religiosi, la piissima Anna Russo, madre ai due zelanti sacerdoti Teodoro e Nunzio – scriveva la Sicilia Cattolica  in data 18-9-1879 – Donna dello stampo antico, ottima sposa e madre, fu zelantissima del culto divino specialmente nella Chiesa di S. Gregorio, promuovendo molte pie opere e feste devote con generosa attività. La sua vita fu ricca della più squisita virtù, e dopo aver sofferto con eroica rassegnazione una lunga e assai penosa malattia, spirava santamente quasi settuagenaria (O. c. p. 99-100). La chiesa di S. Gregorio fu frequentata non solo dalla madre come abbiamo visto, ma anche dalla sorella Maricchia (Maria) e da P. Nunzio dove, in un primo tempo, riuniva le Sorelle della Dottrina Cristiana che aveva istituito con lo scopo di educare l’infanzia alla  cristiana pietà e al santo timore di Dio; ad esse diede la Regola di S. Agostino. La nipote Anna Russo ne continuò la tradizione di famiglia. Si interessò perchè vi fosse celebrata la festa del SS. Nome di Gesù e si solennizzasse il mese di maggio. Pur restando tra i suoi parenti, P. Teodoro partecipava ai Capitoli e Definitori Provinciali che si tenevano nella sacrestia della chiesa di S. Gregorio Papa al Capo. Nel 1880 fu eletto Procuratore Provinciale e fu assegnato formalmente al convento di S. Gregorio insieme ad altri otto religiosi palermitani fino al 1889. Il 25-5-1889 fu eletto Priore del convento dei Ss. Nicola da Tolentino e di Bari di Piana degli Albanesi (PA). Costituitasi la Cassa del Noviziato il 3-6-1890 fu eletto uno dei tre amministratori insieme a P. Domenico Mirabile e P. Martino Martini. Nei Definitori annuali più di una volta venne eletto 7° vocale in sostituzione di chi non poteva partecipare. Il 22-4-1893 fu eletto Discreto per partecipare al Capitolo Generale del 1894. Il 20-4-1894 fu eletto 7° vocale e Segretario Provinciale fino al 1897; ed fu assegnato al convento di S. Nicola di Palermo. Dal 1897 non si tennero più i Definitori Provinciali e le notizie sono sempre più scarse.

Il 28-5-1903 insieme a P. Mirabile e P. Clemente Ponticello acquistarono i locali di S. Vito. i proprietari dei locali di S. Vito – afferma P. Clemente Ponticello – per atto di aggiudicazione del 6 giugno 1903, presso il Not. Lomeo di Palermo, fummo noi, e cioè: Sac. Domenico Mirabile fu Giuseppe, Sac. Antonino Russo (P. Teodoro) fu Giuseppe, e Sac. Michele Ponticello (P. Clemente) fu Francesco.

         Il Definitore generale annuale del 1903 impose con formale precetto a tutti i Padri, rimasti ancora fuori chiostro a causa della soppressione: o rientrare in uno dei conventi dell’Ordine già aperti, ovvero presentare domanda alla S. Congregazione per il Breve di secolarizzazione. Il 1 ottobre 1897 P. Teodoro, insieme al Provinciale P. Domenico Mirabile presero possesso del Santuario del Romitello presso Borgetto (PA).

Prima del 1905 fu Priore del convento di S. Vito di Palermo con P. Domenico Mirabile Commissario Generale, P. Clemente Ponticello sottopriore, P. Ignazio Randazzo Maestro, P. Francesco del SS. Salvatore, P. Michele Puccio da S. Maria Maddalena, P. Domenico Cavataio da S. Andrea, P. Bernardino Manuguerra da S.

Michele, Fra Giorgio da S. Domenico e Fra Gabriele Ragusa da S. Giuseppe. Dal 1905 in poi non fu mai Priore di S. Vito ne lo fu di famiglia. Conservò affetto per l’Ordine dimostrandolo anche con aiuti economici per i bisogni della sua Provincia. Il 25-11-1918 scrisse il suo testamento al Priore Generale: Nel nome del Signor nostro Gesù Cristo. Così sia. Rev.mo P. Generale, Volendo lasciare alla mia Religione degli Agostiniani Scalzi, approssimativamente come terza parte di quanto mi è pervenuto dopo la soppressione religiosa, per mani del Defi nitore P. Clemente di S. Carlo Ponticello, Le fo tenere N. Centosessantacinque Azioni della Navigazione Generale Italiana, il di cui capitale nominale, oggi, ammonta a lire italiane Centotrentotto mila e seicento. Prego pertanto la P. V. R.ma benedire la mia volontà che sarebbe: istituire due Messe quotidiane secondo la mia intenzione per soddisfare quanto debbo innanzi la divina giustizia, e che tanto le due Messe come l’intiero detto capitale vadano a beneficio e incremento, ora ed in futuro, della nostra antica Provincia Palermitana. Palermo 25 Novembre 1918 U.mo e D.mo Suddito Frater

Theodorus a S. Ioseph.

Assistito da alcuni confratelli e dai parenti, morì a Palermo alle ore 6 legali nella casa della nipote Russo Anna, la casa paterna, giovedì 13 maggio 1920. Fu sepolto al cimitero Rotoli nella tomba Russo Morello sez. 155 n. 19. Palermo Cimitero dei Rotuli P. Clemente Ponticello agostiniano scalzo “La sua memoria  è in benedizione tra i confratelli e i fedeli” N. 20-3-1877 M. 20-3-1954 (Sez. 354, c. 19, n. 9) fino al 26 luglio 1999 e poi nella tomba Agostiniani Scalzi

Palermo Cimitero dei Rotuli PP. Agostiniani Scalzi  (2000) (P. Clemente Ponticello (1877-1954), P. Benigno Messina (1915-1970), P. Rosario Battaglia (1921-1990), P. Antonino Drago (1919-1991), P. Luigi Torrisi (1895-2000) (Sez. 387 n. 178

Palermo Cimitero dei Rotuli P. Giuseppe Dispenza (1890-1963) “Convento S. Gregorio” (Sez. 89 n. 28)

Palermo Cimitero S. Orsola (Santo Spirito) – P. Benigno Messina (1915-1970) Sacrario delle Beatitudini n. 2323 fino all8 novembre 1997.    

Passione alla Pittura

Fin da fanciullo sentì il fascino per l’arte dandosi allo studio della pittura, a cui aggiunse quella di modellare, sotto la guida dello zio materno, il celebre scultore Prof. Nunzio Morello, riuscendo felicemente nell’una e nell’altra. Di lui lo zio pittore ebbe a dire ai nostri Padri: Avete rubato un artista alla pittura. Era così perfetto nella pittura che ha dipinto un gatto e l’ha messo in fondo alle scale e un Padre credendolo vero l’abbia chiamato a sè (racconto di P. Luigi Torrisi riferitogli da P. Ignazio Randazzo). Tale riconoscimento gli è stato dato espressamente anche dal fratello sacerdote, al quale P. Teodoro, che a nome della famiglia, aveva chiesto una foto perchè preoccupati della sua salute: Per la fotografia bisogna aspettare che il Sole scenda ancora di qualche grado nella sua meridiana, perchè, come tu sai benissimo, bisogna che la luce sia dolce e temperata nella sua vivacità onde poter ritrarre i lineamenti con soavità di tinte e con leggerezza di chiaroscuri (O. c. p. 97)

Le pitture, oltre ad esservi lavori in diverse chiese di Palermo, parecchie erano conservate nella nostra di S. Gregorio Papa di Palermo, quantunque alcune già deteriorate perché eseguite su cartone ed acquarello a volte con un pezzo di carbone.

Chiesa S. Gregorio Papa di Palermo

Pregevoli sono le tele:

– Gesù nell’orto (Tela ad olio cm 135 x 121)

– Il trasporto di Gesù alla tomba (Tela ad olio cm 196 x 140)

– Trittico su tela ad olio: tre grandiosi dipinti per la chiesa di S. Nicola in morte di Pio IX .raffiguranti:

  1. a) cipressi (mt 4,50 x 8)
  2. b) viali di cimitero (mt 7 x 7)
  3. c) mausolei ( mt 4,50 x 8)

– Padre Eterno indica agli angeli l’Immacolata. In basso Adamo ed Eva tentati dal serpente. (Tela ad olio mt 4’50 x 6,80)

– Grande drappo nero che copriva l’altare maggiore prima di svelare Cristo Risorto. Su di essa è dipinta la deposizione di Gesù.( mt 13 x 7)

– Il Paradiso terrestre. Trittico su tela ad olio:

  1. a) la creazione di Adamo ed Eva
  2. b) il peccato
  3. c) la cacciata dal Paradiso terrestre

(ne fa menzione P. Clemente Ponticello ne “Gli Agostiniani Scalzi in Sicilia dopo la soppressione” p.19, ma non si è trovato; a meno che non è la tela in cui il Padre Eterno indica agli angeli l’Immacolata in alto e in basso Adamo ed Eva tentati dal serpente)

– Crocifisso (cm 170) con l’Addolorata ( cm 205) e S. Giovanni Evangelista (cm 208).          (Pittura su cartone)

– L’Immacolata ( Pitture n. 3 su cartone 2: cm 178 ed 1: cm 96)

– Madonna delle Grazie. (Pittura su cartone cm 155).

– Presepe. (Pittura su cartone cm 222 x 106)

– Gesù Risorto. (Pittura su cartone cm 178)

– S. Rosalia. (Pittura su cartone cm 145 x 112)

– Donna che bacia i piedi a Gesù (Pittura su cartone cm 54 x 50)

– Sacro Cuore di Gesù. (Pittura su compensato cm 94)

– Gesù prega nel Getsemani. (Tela ad olio cm 85 x 70)

– Gesù davanti alla Passione. (Tela ad olio cm 53 x 36)

– Bambino con Croce in mano (Pittura su tavola ovale cm 84 x 73)

Chiesa S. Maria dell’Itria di Marsala

– Gesù Risorto. Pittura su cartone

– S. Rosalia. Pittura su tela ad olio?

Chiesa S. Nicola da Tolentino di Palermo.

– Gesù davanti a Pilato (Pittura su tela ad olio cm 240 x 185)

– La caduta di Gesù sotto la croce (Pittura su tela ad olio cm 240 x 185)

Chiesa dell’Istituto S. Giuseppe delle Figlie della Croce in corso Tukory Palermo

– L’Immacolata con le figlie della Croce.

  1. Teodoro Russo ha lasciato molti lavori in plastica: ricordiamo:

-Dormitio Virginis. Scultura in terracotta o ceramica cm 163che si trovava sotto l’altare di S. Giuseppe nella nostra chiesa di S. Gregorio fino al 1945 quando la chiesa è stata restaurata e furono rifatti gli altari

– Volto Santo (in gesso cm 28)

– Gesù deposto dalla Croce (in gesso cm 53)

– Gesù Bambino, venerato nella chiesa nostra di S. Gregorio

– S. Bambino Gesù, venerato nella chiesa di Gesù e Maria in Roma.

– Memorabili sono i così detti tappetti di arena (polvere di marmo bianco mescolata ai colori) da lui inventati e che eseguiva a sole dita, in S. Nicola da Tolentino nella settimana santa. In essi creava dei veri quadri artistici, attirandovi tutto il Popolo.

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