Negli ultimi mesi oltre 3.600 le famiglie e i giovani – inclusi i minorenni rifugiati e richiedenti asilo - raggiunti con gli interventi di protezione e inclusione dall’UNICEF • Oltre 5.000 i minorenni stranieri non accompagnati presenti in Italia. Circa 900 i minori non accompagnati arrivati via mare da gennaio al 15 giugno 2020. • Per rispondere ai bisogni generati dall’emergenza COVID-19, oltre 3600 famiglie e giovani - inclusi i minorenni rifugiati e richiedenti asilo – sono state raggiunti da interventi; tra questi: 900 con screening medici, oltre 1000 con la distribuzione di materiale informativo e kit d’igiene; oltre 800 con informative multilingua, attività formative e socio-ricreative online. Altri 60 mila giovani sono stati raggiunti con messaggi positivi di resilienza.
In occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato – che si celebra domani, 20 giugno – l’UNICEF chiede più garanzie per la protezione e l’inclusione di famiglie, bambini e adolescenti rifugiati, richiedenti asilo e migranti. Tra i gruppi più vulnerabili e più esposti ai rischi della recente pandemia da COVID-19, coloro che scappano da persecuzioni e conflitti e coloro che rimangono fuori dal sistema di accoglienza. Lo scarso accesso ai servizi e la mancanza di reti di supporto può causare importanti ripercussioni sulla salute fisica e mentale che, nel caso dei genitori – se non adeguatamente supportati – può risultare anche in una trasmissione generazionale dei traumi subiti.
Quanto ai minorenni stranieri non accompagnati presenti in Italia, sono oltre 5000 secondo gli ultimi dati disponibili , oltre 60 mila invece le ragazze e i ragazzi diventati maggiorenni in Italia dal 2014, tra loro in tanti hanno perso diritto all’accoglienza. Circa 900 i minorenni non accompagnati arrivati via mare al 15 giugno. Oltre 600, solo lo scorso anno, le domande di asilo esaminate relative a minorenni stranieri non accompagnati . Molte famiglie rifugiate vivono in situazioni precarie dal punto di vista igienico e di sovraffolamento – spesso con problematiche di accesso ai servizi sanitari – e sono perciò maggiormente a rischio di esposizione al COVID-19. Tra i problemi anche quelli legati alla gestione delle procedure di asilo, le cui domande sono attualmente sospese. In questa fase della pandemia, restano le forti implicazioni che il COVID-19 ha avuto sulla sfera emotiva e psicologica. Molti minori, tra cui giovani rifugiati, stanno affrontando lo stress dovuto all’isolamento, con conseguenze quali la frustrazione, la paura e l’apatia.
Per questo l’UNICEF si è attivato, sin dall’inizio dell’emergenza, con azioni di risposta per assicurare la protezione, la salute e il benessere di famiglie e minorenni, con particolare attenzione a coloro che si trovano fuori del sistema di accoglienza.
In tutto sono stati oltre 3600 le famiglie e i giovani – inclusi i minorenni rifugiati e richiedenti asilo – raggiunti da interventi; tra questi: 900 con screening medici, oltre 1000 con la distribuzione di materiale informativo e kit d’igiene, oltre 800 con informative multilingua, attività formative e socio-ricreative online. Tra le azioni, anche il supporto ai percorsi educativi con la distribuzione di tablet e la diffusione di app come StudiaMi e Mygrants, pensate per facilitare la formazione e l’inclusione socio-lavorativa dei giovani.
Come parte dal programma l’UNICEF ha inoltre raggiunto oltre 60 mila giovani – tra cui rifugiati – con messaggi positivi di resilienza, e oltre 15 mila con informative legali e mediche tramite i canali online, tra cui la piattaforma U-Report on the Move.
Tra le azioni portate avanti anche il primo soccorso psicologico ai sopravvissuti alla violenza di genere e ai soggetti più a rischio.
“Il COVID-19 rischia di ostacolare il rispetto dei diritti sanciti dalla Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza e di rallentare ulteriormente il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile, ribaltando anche quei risultati raggiunti nei confronti di tanti bambini e adolescenti in Italia e nel mondo, questo il motivo per cui ci siamo attivati dall’inizio della pandemia con diverse attività e per cui continuiamo a confermare il nostro impegno”, ha sottolineato Francesco Samengo, Presidente dell’UNICEF Italia.