Oggi è il ventottesimo anniversario della strage di Via D’Amelio a Palermo. Strage che ha ucciso l’uomo Paolo Borsellino ma non la sua idea di Stato e di lotta al malaffare.
Noi del Sinalp, dichiara il suo Segretario Dr. Andrea Monteleone, siamo convintamente da sempre accanto a chi combatte per la difesa dello Stato, ma dopo 28 anni ci chiediamo cosa veramente si è fatto per combattere la criminalità organizzata oltre alla solita retorica dell’antimafia profusa a piene mani da certi ambienti che purtroppo, dobbiamo ammettere, hanno costruito la loro carriera pubblica e professionale Convegno dopo Convegno impegnandosi esclusivamente all’autocelebrazione ed a lottare solo per mettere a tacere o espellere chiunque, al suo interno ma non solo, tentava di criticarne l’agire.
L’antimafia, nel tempo, si è tramutata in una macchina in grado soltanto di organizzare convegni autocelebrativi con passerelle di politici che osannano gli eroi della magistratura e delle forze dell’ordine che hanno creduto in questo Stato e per lui sono morti e intitolare strade e piazze alle vittime di tutte le mafie.
Paolo Borsellino ed i cinque agenti della scorta hanno diritto ad una antimafia che affronti a testa alta le azioni mafiose che distruggono l’economia, la società e la politica del nostro Paese.
A maggior ragione oggi che la Magistratura sta traballando a causa dell’incancrenirsi di un correntismo politico che nulla ha a che vedere con la Giustizia.
Il SINALP ed i propri iscritti dicono basta al sistema dell’autocelebrazione, dell’autocompiacimento e chiedono che vengano puntati i riflettori verso i modi in cui vengono assegnati gli appalti, le concessioni pubbliche, verso la pubblica amministrazione che ha trasferito, nel nome della razionalizzazione degli interventi, poteri enormi a singoli uomini, purtroppo alle volte appassionati del famoso detto “l’occasione fa l’uomo ladro”. trasformando l’illegalità in normalità.
Vogliamo che chi muore per lo Stato non muoia invano ma abbia la certezza che il suo lavoro venga portato a termine estirpando il malaffare che si annida nella nostra società. [Il Segr. Regionale Sicilia, Dr. Andrea Monteleone]
Anniversario Borsellino. Lupo: suo amore per la Sicilia è ancora esempio civile
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani intende ricordare le vittime della Strage ferroviaria di Gioia Tauro (Cacicia Rita, 35 anni, di Bagheria (PA), insegnante presso una struttura per sordomuti di Palermo; Fassari Rosa, 68 anni, di Catania, casalinga; Gangemi Andrea, 40 anni, di Napoli, funzionario di Banca; Mazzocchio Nicoletta, 70 anni, di Casteltermini (AG), casalinga; Palumbo Letizia Concetta, 48 anni, di Casteltermini (AG), sarta; Vassallo Adriana Maria, 49 anni, di Agrigento, insegnante), avvenuta il 22 luglio 1978 a causa di una bomba esplosa alle ore 17:08, che fece deragliare la Freccia del Sud. Sono gli anni della tensione e della contestazione sociale. Catanzaro, grazie ad un accordo politico tra l’on. Giacomo Mancini e l’on. Riccardo Misasi, viene preferita Reggio Calabria come città capoluogo della Calabria. Esplode la protesta violenta e incontrollata nelle strade reggine. Frange armate di estrema destra diventano protagoniste di una stagione di delirio incomprensibile. Il pentito Giacomo Lauro rivelò, molti anni dopo, in un interrogatorio (16 giugno 1993; 11 novembre 1994), che gli autori della strage erano legati ai movimenti Avanguardia nazionale e Comitato d’Azione per Reggio capoluogo. Attualmente per i morti di Gioia Tauro nessuno nessuna giustizia è stata fatta. Il CNDDU in tale occasione considera rispettoso proporre, per la commemorazione delle persone comuni tra le vittime, eventuali intitolazioni di luoghi scolastici in cui far rivivere il ricordo di un periodo drammatico e fosco i cui effetti hanno avuto conseguenze anche su chi aveva solo la sfortuna di trovarsi all’ora sbagliata nel posto sbagliato. Ecco dove possono condurre l’odio e la mancanza dialogo. È importante chiarire la pericolosità del concetto di estremismo, qualsiasi risvolto assuma; estremismo e rispetto dell’opinione altrui sono inconciliabili. Alcune strategie didattiche (peer education; debate; role playing; outdoor training; brain storming) possono fornire uno stimolo adeguato ai fini della comprensione del fenomeno. “Il problema del terrorismo non si risolverà uccidendo i terroristi, ma eliminando le ragioni che li rendono tali.” (Tiziano Terzani) – prof. Romano Pesavento – Presidente CNDDU