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“Sognando la Champions League”, intervista al fischietto Giuseppe Pantaleo

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“Bisogna partire da un presupposto: gli arbitri sono esseri umani. Così come sbaglia un giocatore, così come sbaglia un allenatore, può sbagliare anche l’arbitro. Se c’è un dialogo, un confronto sereno, puoi anche accettare più di buon grado un suo eventuale errore”.

Dialogo piacevole è quello che abbiamo avuto con un arbitro, giovane promessa castelvetranese, Giuseppe Pantaleo della Sez. di Marsala da fin da piccolo ha seguito con particolare attenzone il calcio e con estrema curiosità voglia di avvicinarsi a quella minuscola porzione di tempo che scorre lentissima, prima di ogni decisione da prendere in pochissimi secondi.

Abbiamo rivolto una serie di domande a Giuseppe al fine di comprendere più da vicino il difficile ruolo dell’arbitro e le qualità richieste.

Quanti anni hai e che scuola frequenti?
“Ho 18 anni e frequento il 5° anno del professionale dell’istituto “G. B. Ferrigno”. Ho esordito per la sezione di Marsala in seconda il 25/10/15 a Santa Margherita arbitrando la gara Gattopardo – San Giorgio Piana. Arbitro partite di juniores terza e seconda categoria e faccio parte della sezione di Marsala”.

La tua prima gara?
“La mia prima gara è stata a Castelvetrano a gennaio 2014 a Castelvetrano, arbitrando i giovanissimi provinciali Real Selinunte – Aurora Mazara”.

Che percorso hai seguito?
“Ho iniziato con un semplice corso arbitri che si è fatto a scuola nell’istituto “G. B. Ferrigno”.

Qualcuno in famiglia ama lo sport?
“Mio padre è appassionato di calcio e naturalmente tutte le settimane mi accompagna alle partite che si svolgono molto spesso in provincia di Trapani”.

Che tipo di allenamento segui e che emozioni crea?
“Mi alleno 3 volte a settimana con il collega Vito Aguanno. E’ veramente emozionante essere arbitro perché non è da tutti avere la pazienza di subire anche brutte parole e dirigere una gara sempre con la stessa concentrazione”.

Arbitro a cui ti ispiri?
“L’arbitro a cui mi ispiro è Gianluca Rocchi attuale arbitro di serie A. Vorrei arrivare ai suoi livelli arbitrando gare internazionali. In particolare, mi ispiro a lui perché l’ho conosciuto di persona, ho avuto modo di parlargli e oltre ad essere arbitro, è una persona squisita”.

Qual è il tuo sogno?
“Il mio sogno è arbitrare delle partite a livello internazionale: è molto difficile arrivare a questi livelli ma non impossibile. Basta un giusto allenamento, frequentare la sezione “Marsala” e concentrarsi partita per partita senza commettere errori”.

Chi ti ha dato maggiore sostegno?
“Voglio ringraziare Michele Romeo, Vito Aguanno, il presidente Biagio Girlando che mi consigliano come far bene. Ringrazio soprattutto il presidente Girlando perché crede veramente in me e mi ha dato la massima fiducia in ogni partita. Grazie a lui e i miei sacrifici ora sono in seconda categoria ultima categoria”.

Quali sono le qualità che deve avere un buon arbitro?
“Innanzi tutto la competenza, la fermezza di carattere e il temperamento. Il dialogo con i calciatori ci può essere fino ad un certo punto, dopo di che ci sono i ruoli, da rispettare. E’ comprensibile che ci sia la giusta tensione incampo ma si deve far prevalere il calcio “vero”, intriso di divertimento e voglia di migliorarsi”.

Fare l’arbitro potrebbe essere in futuro un lavoro per te?
“In queste categorie non è un lavoro ma, in seguito potrebbe essere un lavoro dove si guadagna. Lasciando stare i possibili guadagni, l’arbitraggio cresce anche a livello educativo. In campo tutti i giocatori sono uguali sia se sono di diverse nazionalità o diverse religioni o colori: mi è capitato di arbitrare partite con ragazzi di colore ma, posso dire che non cambia assolutamente niente. Tutti siamo uguali e il calcio accetta tutte le religioni e tutte le nazionalità, l’importante è conoscere le regole del calcio”.

Un’ultima domanda attualissima. Secondo te è giusto annullare una gara in casi simili a quelli del terribile recente attentato di Parigi?
“E’ giustissimo annullare una partita nel caso ci sono rischi di attentato, perché mettiamo a rischio la nostra vita a livello di arbitri, ma anche la vita dei giocatori e spettatori, quindi nel caso ci sia il rischio di attentato meglio evitare la partita”.

L’augurio della Redazione è quello che possa “parlare” il campo per Giuseppe. Chissà che un divertimento possa diventare un lavoro viste le qualità che gli addetti ai lavori evidenziano quando parlano della puntigliosità del giovane castelvetranese Giuseppe nel sanzionare le irregolarità commesse in campo.

 

In foto: Incontro con Valeri, arbitro di Serie A

 

[di Alessandro Indelicato – Castelvetranonews.it]

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