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Il pensiero del Papa per i grandi dimenticati: Tra questi il sindaco di Lampedusa

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Bisogna costruire ponti, non muri. Così Papa Francesco in un incontro a Casa Santa Marta raccontato dal Corriere della Sera in apertura e nelle prime due pagine del quotidiano, in vista dell’ incontro col patriarca di Mosca Kyrill a Cuba. «Ho solo detto che volevo incontrare e riabbracciare i miei fratelli ortodossi», dice Bergoglio, «Sono stati due anni di trattative di nascosto, ben condotte da vescovi bravi». Il pontefice parla anche di Europa, migranti e delle primavere arabe. E «incorona» Napolitano e Bonino «tra i grandi dell’Italia di oggi».

Francesco si dice «felicissimo» per la riconciliazione tra Chiesa cattolica e ortodossa dopo quasi mille anni di scisma. «I ponti durano, e aiutano la pace. I muri no: quelli sembrano difenderci, e invece separano soltanto». Il papa osserva che non viviamo in «un mondo in pace». «Le guerre come si fanno? Agendo sull’economia, col traffico delle armi, e facendo la guerra contro la nostra casa comune, che è la natura. I trafficanti stanno facendo molti soldi, comprando armi da un Paese che gliele dà per colpirne un altro, suo nemico. E si sa quali sono».

Il Papa invita poi l’Occidente a fare «autocritica»: «Sulle primavere arabe e l’Iraq si poteva immaginare prima quello che poteva succedere». E suggerisce di pensare «alla Libia prima e dopo l’intervento militare: prima di Gheddafi ce n’era uno solo, ora ce ne sono cinquanta». Bergoglio sottolinea che il problema dell’immigrazione «è esploso». Dopo il suo intervento al Parlamento Ue di Strasburgo lo chiamò la cancelliera Angela Merkel, racconta, «era un po’ arrabbiata perchè avevo paragonato l’Europa a una donna sterile, incapace di fare figli», ma in realtà «l’Europa deve e può cambiare. Deve e può riformarsi».

«Si è rotto un sistema educativo: quello che trasmetteva i valori dai nonni ai nipoti, dai genitori ai figli». Occorre «ricostruirlo». Soprattutto, l’Europa «è come Sara, che prima si spaventa ma poi sorride di nascosto». Con la speranza che «sorrida di nascosto» agli immigrati.

Infine il pontefice cita Giorgio Napolitano ed Emma Bonino «tra i grandi dell’Italia di oggi»: il presidente emerito in quanto autore di un «gesto di «eroicità patriottica», quando ha accettato l’incarico per la seconda volta. Mentre l’ex ministro «ha offerto il miglior servizio all’Italia per conoscere l’Africa». E anche se non la pensa come la Chiesa «pazienza», dice Francesco, «bisogna guardare alle persone, a quello che fanno». Ci sono però dei «grandi dimenticati», dice poi Bergoglio, come il sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini.

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