E dopo anni di insegnamento credevo di finire la mia carriera vedendo non solo il cambiamento della scuola in negativo grazie alle nuove leggi e il cambiamento degli alunni che perdono sempre piĆ¹ la voglia di studiare e di rispettare le regole della buona condotta ma anche quello della scuola media del paese in cui sono vissuto: Petrosino. Sono stato felice quando ho saputo che era stato approvato un progetto in base al quale sarebbe stata messa in sicurezza la Struttura scolastica e cambiati gli infissi.
Nella scuola in cui sto insegnando da ben 26 anni sarebbe finalmente cambiato qualcosa per migliorare lāedificio ma soprattutto la qualitĆ della vita di chi vive in esso per fare il proprio dovere e ricevere i dovuti diritti.
Sul cartello con i dettagli riguardanti il restauro vengono riportate due date che segnano lāinizio e la fine dei lavori: 17 luglio -14 dicembre 2015.
Ma che sia il cartello giusto? Che le date siano giuste ma non lāanno? Che la scuola sia quella che volevano restaurare? ChissĆ !
A luglio non cāĆØ stato movimento ne di mezzi, ne di materiali e tantomeno di operai. A luglio, che la scuola era chiusa, i lavori sono stati posticipati e sono iniziati nella prima settimana di settembre guarda caso quando la scuola si ripopolava di alunni, docenti, dirigenti e personale vario.
Notevoli i disagi, incredibile lo strato di polvere, fastidiosi i rumori di un cantiere attivo dove si dovrebbe contare su tranquillitĆ e concentrazione. Pericolose certe situazioni che prevedevano il trasferimento e i passaggi di persone per zone che sono in lavorazione. Enormi le difficoltĆ nel provvedere anche alla sicurezza dei ragazzi oltre che alla loro formazione.
Eppure mi sembra che si parli di āmessa in sicurezza e cambiamento degli infissiā non di āpericolositĆ e disagiā, eppure mi sembra che il periodo di cantiere lavori fosse fissato dal 17/7 al 14/12 2015 e non da inizio settembre a āchissĆ quandoā, eppure credevo che qualcosa di nuovo accadesse a Petrosino, che qualcosa finalmente cambiasse davvero, ma a quanto pare non ĆØ ancora il momento perchĆ© accada.
Si dice solitamente che āci vuole un gran disordine per ottenere poi un buon ordineā ma nella nostra scuola il gran disordine non ha ancora una fine.
GiĆ , non ĆØ ancora finito il lavoro, la scuola non ĆØ pronta, ma le persone che ci lavorano devono essere sempre e comunque pronte, i ragazzi che la frequentano devono essere sorvegliati e protetti, chi la dirige deve prendersi le responsabilitĆ anche di chi non risponde ai propri doveri per consentire diritti.
I cartelli che annunciano cantieri riportano āLavori in corsoā ma noi siamo āLavoratori in corsaā, i termini piĆ¹ appropriati per questo settore sono ārestauroā, ārinnovamentoā, ācambiamentoā, āsostituzioneā, ā¦ parole che si trasformano in tuttāaltro se non si mantengono i significati veri delle stesse.
Se si scrive ārinnovamentiā si dovrebbe prima parlare di ārinnova-mentiā, se si scrive ācambiamentiā si dovrebbe preoccuparsi di separare quella parola trasformandola in ācambia-mentiā.
La scuola ĆØ quasi al termine ma i lavori non si sa, le lezioni sono quasi finite ma il cantiere ancora no, il programma didattico si avvicina alla conclusione ma i disagi sono ancora āin corsoā. Stiamo lavorando e vivendo in mezza struttura, siamo concentrati negli spazi ridotti e non concentrati con la mente nel tempo.
Si parla tanto ultimamente di ābuona scuolaā ma ancora non si sa che cosa si intenda per ābuonaā e quindi ancora di piĆ¹ forse speravo in quella ābella scuolaā che almeno potesse consentire un buon vivere e lavorare in essa. Se non possiamo avere quello che vorremmo per poter insegnare meglio cerchiamo almeno di avere un ambiente che sia sicuro e salutare.
Eā chiedere troppo? Non lo so, ma so che se ĆØ difficile cominciare qualcosa a volte risulta anche difficile vederne la fine. Questo dimostra che il proverbio āā¦ chi ben comincia ĆØ a metĆ dellāoperaā ha la sua veritĆ perchĆ© i lavori della nostra scuola non sono cominciati bene nei tempi e quindi ā¦ speriamo comunque di vedere la fine di questāopera.
Ah! dimenticavo, gli infissi nuovi consentiranno, forse, di stare il prossimo inverno piĆ¹ caldi nelle aule dove, seduti e fermi, dovremmo lavorare con un qualcosa che non si puĆ² coprire: la mente. Ma credo anche che a volte gli āinfissiā vadano aperti per far uscire quel qualcosa di āvecchioā a cui spesso molti si sono abituati solo perchĆ© vivono in Sicilia.
Credo che si debba pretendere per noi e per gli altri i diritti che consentono di vivere in un ambiente dove si devono formare le prossime āmentiā, dove accadono i veri ācambiamentiā, dove noi docenti dobbiamo essere responsabili di quello che accadrĆ in futuro grazie a coloro che formeremo.
Sydney J. Harris diceva che āLo scopo della scuola ĆØ quello di trasformare gli specchi in finestreā chissĆ che penserebbe del mio pensare che āIl miglioramento avverrebbe se le finestre si trasformassero in specchiā dove guardarsi con responsabilitĆ e lealtĆ , dove ricordarsi le promesse fatte, dove poter ritrovare orgoglio o vergogna, ā¦ quegli specchi che spesso vengono oscurati per evitare di dare risposte a chi sa porsi domande.
Rimane che non ĆØ la scuola a formare ma le persone che credono ancora nel valore della formazione, resta che non ĆØ cambiato ancora nulla in questa nostra Petrosino.
Prof. Paolo Casano
Docente di Scienze Matematiche….
Scuola Media āG. Nosengoā Petrosino