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Domenica a Marsala si inaugura la mostra di Alberto Gianquinto

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Marsala – S’inaugura domenica 2 luglio, alle ore 18.30, la mostra “Alberto Gianquinto. Nello Studio. Opere 1960-2002” in programma al Convento del Carmine di Marsala fino al prossimo 15 ottobre.

La mostra, a cura di Sergio Troisi e organizzata dall’Ente Mostra di Pittura Contemporanea insieme agli Archivi Alberto Gianquinto, rende omaggio all’opera intima e visionaria di uno dei maestri del colorismo italiano: originario di Paceco (TP) ma nato e vissuto a Venezia (1929-2003), la retrospettiva di Marsala giunge a distanza di quasi trent’anni dall’ultima esposizione in Sicilia di Alberto Gianquinto.

Alla cerimonia inaugurale interverranno Pietro Giorgio Salvo, presidente del Cda dell’Ente Mostra), il Sindaco di Marsala, Alberto Di Girolamo, e il curatore, Sergio Troisi.

Orari di visite al Convento del Carmine: dal martedì alla domenica: 10-13 e 19-21. Chiusi tutti i lunedì, compreso Ferragosto. Biglietti: intero 3 euro. Gratis: studenti, disabili e over 65.

LA MOSTRA
La mostra “Alberto Gianquinto. Nello Studio. Opere 1960-2002”, in programma al Convento del Carmine di Marsala dal 2 luglio e fino al prossimo 15 ottobre esplora quarant’anni della produzione del maestro veneto: dalle nature morte dei primi anni Sessanta, alle bagnanti degli anni Ottanta, che raccolgono la lezione di Cézanne, Matisse e Picasso. Infine le figure monumentali che rivisitano le iconografie della maternità e degli antichi miti greci. Spiega il curatore Sergio Troisi: “Artista appartato nonostante i numerosi riconoscimenti pubblici (tra cui la sala personale alla Biennale di Venezia del 1978) e la costante attenzione della critica, Alberto Gianquinto occupa una posizione singolare nell’arte italiana del secondo Novecento. Alieno da schieramenti e tendenze, con l’eccezione della adesione alla breve esperienza del gruppo Il Pro e il Contro nei primi anni Sessanta, Gianquinto è stato artefice di una pittura in cui la componente lirica e l’adesione alle cose quotidiane si manifesta congiuntamente alla memoria della grande arte del passato e alla partecipazione al proprio tempo storico”. L’esposizione presenta 40 opere, molte delle quali di grandi dimensioni, in un percorso articolato per nuclei che, continuamente indagati nello spazio luminoso del suo studio, rivisitano gran parte della sua produzione: dalle nature morte dei primi anni Sessanta alle grandi composizioni del decennio successivo in cui oggetti e spazio assumono un forte valore di emblema, dai bagnanti che dagli anni Ottanta riallacciano la sua pittura alla grande lezione di Cézanne, Matisse e Picasso ai passaggi familiari di Asolo, sino alle figure monumentali che rivisitano le iconografie della maternità o degli antichi miti greci. Una pittura insieme intima e visionaria, in cui il colore – persino i suoi sontuosi e celebrati neri – svolge un compito centrale diventando architettura del quadro: con una stesura sapientemente variata e quasi musicale negli accordi cromatici e nel segno, ora rapida e abbreviata, ora più larga e distesa, in cui tonalismo tipico della pittura veneziana si intreccia alla tradizione della grande pittura moderna francese. Alla mostra è dedicato un catalogo (Edizioni Tecnica Mista).

BIOGRAFIA
Alberto Gianquinto nasce a Venezia nel 1929. Inizia l’attività nei primi anni cinquanta nell’ambito della Fondazione Bevilacqua la Masa di Venezia, conseguendo il Primo Premio per la Pittura nel 1954 e nel 1958. Sue mostre personali vengono allestite a Venezia, Milano, Roma, Treviso, Trieste, Modena, Parma, Vicenza, Firenze, Matera, Brescia, Pescara, Bologna, Alessandria, Pordenone, Torino, Tolentino, Catania, Verona, Castelfranco Veneto (Teatro Accademico), Conegliano (Palazzo Sarcinelli), Carpi (Museo di Palazzo Pio), Palermo, Venezia (Museo Correr). Partecipa a importanti rassegne internazionali d’arte e in particolare alla Quadriennale di Roma nel 1959, 1965, 1969 e 1987, e alla Biennale di Venezia nel 1956, 1962 (con un gruppo di opere) e nel 1978 con una sala personale. Molte delle sue opere fanno oggi parte di importanti collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero. Gianquinto muore a Jesolo (Venezia) nel 2003.

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