Riceviamo e pubblichiamo
Una lettera di considerazioni riguardo il progetto Acqua.sal nello Stagnone di Marsala di Francesco Perri
Marsala – È necessario il blocco immediato del progetto Acqua.Sal, per richiedere una valutazione di incidenza ambientale e la sostenibilità nel tempo dello stesso. La richiesta di finanziamento è di oltre 1 milione e 200 mila euro al Dipartimento della Pesca Mediterranea, per realizzare un impianto di acquacoltura nelle antiche Saline Genna, all’interno della riserva naturale dello stagnone con il Comune di Marsala, la Provincia e gli enti Gal Elimos, Flag e l’Università di Palermo e Trapani (Biologia Marina).
Visto che la comunità europea ha messo a disposizione circa 40 milioni di euro per lo sviluppo della pesca ed acquacoltura, compresa la valorizzazione della costa e ristrutturazione di strutture abbandonate, allora per non perdere questi fondi, è stato presentato un progetto che rispetta tutti i punti del bando europeo. Quindi non è la necessità stessa di creare impianti di acquacoltura nello stagnone, che può aiutare i cittadini marsalesi, ma sembra un progetto “scritto con copia ed incolla per essere idonei ai finanziamenti”.
Il progetto Acqua.Sal si potrebbe accettare per rivalutare un tratto di costa marsalese, in mare aperto, quindi è il LUOGO che è SBAGLIATO. LO STAGNONE DI MARSALA È UNA RISERVA NATURALE, con equilibri delicatissimi, che dobbiamo tutelare e difendere.
Generalmente un impianto di allevamento di pesci, genera enormi quantità di rifiuti: cibo non consumato, escrementi, plancton, batteri, deiezioni, antibiotici ed altri composti chimici come i disinfettanti. Gli antibiotici ed i prodotti chimici,se utilizzati, possono intossicare anche la fauna selvaggia e la flora che circonda l’impianto. Contemporaneamente all’allevamento il progetto include produzione di sale, prodotti cosmetici naturali ed altre attività.
Poi una volta terminati i fondi europei, come si finanzierà l’impianto e le strutture? Saranno abbandonati come molti progetti europei? (vasche e strutture abbandonate).
Chi selezionerà il personale che lavorerà presso l’impianto? Ma le Saline Genna sono pubbliche oppure private? Che fine faranno i fenicotteri rosa, le anatre e la garzetta che vivono e svernano anche nelle vasche delle Saline Genna?
Sono molti i dubbi e le criticità di questa opera, spero che non sarà un progetto come la raccolta differenziata, altrimenti anche lo stagnone farà una brutta fine.
Francesco Perri