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giovedì, 28 Marzo 2024

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Agostiniano scalzo, Fra Barnaba: i Modelli positivi sono sempre validi

Far conoscere i Servi di Dio non è altro che lodare Dio per quanto opera nei suoi Servi ed è anche un invogliare gli altri ad imitarli.

Come è difficile oggi imitarli! Quanti leggono la vita dei Santi e di coloro che si sono distinti nella santità? La conoscenza porta ad amare e quindi ad imitare. L’amore di Dio è stato sostituito con l’amore di sé. Di santità se parla poco o per niente. Leon Bloy dice: C’è una sola tristezza: quella di non essere santi. Nel mondo c’è tanta tristezza, perché non si ama Dio. La vita di Fra Barnaba ci riporta al primato dell’amore di Dio.

La nostra bellissima e centralissima chiesa Gesù e Maria di Roma, oltre le bellezze artistiche e architettoniche tanto da essere chiamata una delle sette margherite di Roma, custodisce le tombe di due confratelli distintisi nella santità: Fra Barnaba di S. Nicola e Fra Luigi Maria Chmel. La tomba del Venerabile Fra Barnaba e quella di Fra Luigi è facile trovarle a chi entra in chiesa: sul lato destro sono tra il 1° e il 2° altare. Nella lapide è scritto: Hic jacet Servus Dei / FR. BARNABA A S. NICOLAO / Laicus Prof. Excalc. S. Augustini / Romanae Provinciae / Natus Grumesio Diocesis Tridentinae / Die VII Aprilis MDCCXLVI / Obiit Romae / Die V Januarii MDCCXC. Questa iscrizione lapidaria scolplta sul sepolcro di Fra Bernaba fu mandata al parroco di Grumes dal confratello P. Celestino Tani, Rettore della Chiesa di Gesù e Maria in Roma il 18 luglio 1889. Già nel 1790 alla sua morte nel registro dei nati fu apposto una nota che è stata stampata in Trento da Giambattista Monauni. Le notizie raccolte furono pubblicate dalla “Voce Cattolica” di Trento nel luglio 1889, che per desiderio della popolazione di Grumes, vennero ristampati in un libretto nel 1908 Cenni sulla Vita di Fra Barnaba da S. Nicola di Grumes.

Fra Barnaba nacque a Grumes /TN) il 7 aprile 1746 da Giuseppe Delvit e Margherita Dalle Nogare. Grumes è stato fino al 31 dicembre 2015 un comune italiano di 438 abitanti della provincia di Trento. Altitudine: 851 m s.l.m. Il 1º gennaio 2016 si è fuso con Faver, Grauno e Valda per formare il nuovo comune di Altavalle (TN). Egli fu battezzato dal Sac. Don Bartolomeo Faustini col nome di Giovanni. Fin da fanciullo nutrì il trasporto per la preghiera, che cercò di trasmettere anche ai suoi coetanei. Nutrì una particolare devozione verso la Madonna del Buon Consiglio. Davanti a questa immagine più volte al giorno vi si recava con diversi gruppi di fanciulli per recitare la corona del S. Rosario.

Era un piccolo apostolo: intratteneva per lunghe ore i suoi coetanei, raccontando loro le cose spirituali, preparandoli alla dottrina cristiana, raccomandando loro che, per mantenersi buoni, era necessario frequentare i sacramenti, essere devoti della Madonna e fuggire i cattivi. Diceva: Colui che avvicinate, non fatevelo compagno se lo trovate in bugia. Esso è cattivo. Nutriva una particolare devozione verso le anime sante del purgatorio: se riceveva qualche denaro l’offriva in elemosina in loro suffragio; inoltre visitava spesso il cimitero, portandovi i suoi coetanei, che pregavano pei i defunti e adornavano le tombe di fiori.

Sarto devoto e laborioso

Fra Barnaba all’età di 16 anni dal padre fu messo ad apprendere il mestiere di sarto a Lavis (TN), dove si distinse per la pietà e la laboriosità. Infatti dormiva poco e si alzava molto presto per andare ogni mattina alla chiesa a fare la visita a Gesù Sacramentato e fu più volte trovato dal sagrestano in ginocchio davanti la porta della chiesa.

Ritornato in paese, esercitò la sua arte di sarto fino al marzo 1768, lavorando con assiduità e scrupolosità ed edificando tutti coloro che lo avvcinavano. Si recò quindi a Roma nel 1768 a visitare le tombe degli Apostoli e vi rimase un anno a svolgere il lavoro di sarto. Acceso da ardente desiderio di abbracciare uno stato di vita più austero e più perfetto, chiese ai Padri Agostiniani Scalzi del convento di S. Nicola da Tolentino in Roma, casa di noviziato della Provincia Romana, di essere ricevuto come fratello laico. Nel giugno del 1679 vestì il nostro abito e, superate le tre approvazioni a pieni voti, l’11 giugno 1770 fece la professione dei voti religiosi di povertà, castità, obbedienza e umiltà. Fu assegnato di comunità al convento romano di Gesù e Maria, dove dal 1770 al 1781 svolge il compito di sarto per la numerosa comunità. Successivamente fu destinato alla questua per migliorare il culto e per le solenni Quarantore, che vi si tenevano due volte all’anno.

Esempio di virtù ai laici e ai confratelli

Fra Barnaba in tutti e due gli uffici è stato un esempio di virtù ai secolari e ai confratelli. Dedicava molte ore alla preghiera, praticava la mortificazione ed era devotissimo della Madonna. Negli ultimi tre anni della sua vita ebbe continue indisposizioni del corpo, sopportate con mirabile costanza e fortenza senza mai trascurare di eseguire gli uffici che gli erano assegnati.

All’inizio del mese di dicembre 1789 la malattia si è aggravata e Fra Barnaba era costretto a stare a letto, da dove non si rialzerà più. In tutto ciò egli diede a tutti esempio di pazienza e piena conformità alla volontà di Dio. Il 31 dicembre ricette da P. Martiniano della Visitazione, 2° definitore provinciale della Provincia Romana, gli ultimi sacramenti ed il 5 gennaio 1790 ore 21,30 all’età di 43 anni moriva santamente nel convento di Gesù e Maria in Roma. Data la fama di santità che godeva, molta è stata la folla che concorse a Gesù e Maria in Roma per dare l’ultimo saluto a Fra Barnaba, al punto che si dovettero chiamare i soldati per contenere la folla. Per ben tre volte si dovette cambiare l’abito religioso, perché essa voleva un pezzetto di reliquia. Soltanto nella notte del 8 gennaio fu onorevolmente sepolto, a spese di un pio Signore, nella cappella del Crocifisso. “Tre parenti di Fra Barnaba furono a Roma per il funerale: un certo Dalle Nogare Battista, un certo Pojer Nicolò ed un certo Dalvit D.co (Domenico) e nella famiglia di quest’ultimo si conserva ancora un pezzetto del vestito primo, che copriva il cadavere di questo Religioso” (Cenni sulla Vita di Fra Barnaba da S. Nicola di Grumes. p.7)

Ai parenti fu data la corona e il crocifisso che egli portava con l’abito. Un suo devoto e lontano parente si fece dipingere ad olio un quadro di Fra Barnaba, copiato da una effigie venuta da Roma. Esso misura cm 100 per cm 75 e vi è scritto a sinistra in basso: Efficie del Servo di Dio /Fr. Barnaba da S. Nicola/ Laico Agostiniano Scalzo / nato nella Diocesi / di Trento lì 7 Aprile 1746 / è morto in Roma nel / Convento di Gesù e Maria il 5 gennaio 1790 di proprietà Faustini Silvio, Faustini Rosa, Faustini Rina.

Intercessore

Dopo la morte di Fra Barnaba il Signore, per sua intercessione, ha operato diversi miracoli. Ce ne vengono raccontati alcuni:

1. “Da un Grumesino ebbi ad udire il seguente fatto singolare udito a Roma, riportato qui eripetuto da diversi. Costui andando a Roma per i suoi affari, prese alloggio in una casa al Corso, e la padrona di casa avendo inteso che era di Grumes, gli ebbe a riferire, che sua madre le parlava spesso di un Religioso di Grumes, Fra Barnaba, che conobbe e riteneva essere santo. Gli raccontò che sua madre lo aveva veduto più volte entrare in convento colla bisacchia vuota per avere distribuito lui il pane, mendicato per il convento, ai poveri che incontrava, e che un giorno volle appagar la curiosità ed inseguì il Religioso al convento. Come al solito Fra Barnaba distribuiva il pane ai poveri, che incontrava e giunto al convento la sua bisaccia era vuota; ma vedutolo varcar la soglia, si accorse che di tratto si era empita. Vè miracolo! Esclama la donna, e tutta fuor di sé ritornò a casa ripetendo ai suoi familiari l’accaduto ed sclamando: Fra Barnaba è un santo! E di lì in poi ordinò ai suoi di non negargli mai l’elemosina per le 40 ore e di duplicargli il pane. Pratica, diceva quella donna al suddetto Grumesino, che voglio conservare in casa mia a ricordo di quel fatto”. (Deposizione di Ant. Eccli morta il 1° febbraio 1888 e confermata pure da suo figlio Ferdinando Eccli) (Cenni sulla Vita di Fra Barnaba da S. Nicola di Grumes. p. 8).

2. “Un certo Francesco Faustini di Grumes lontano parente di Fra Barnaba (il cui padre, devotissimo di questo Religioso, si era fatto dipingere ad olio Fra Barnaba, copiato da un’effigie venuta da Roma, che ancor si conserva in ottimo stato in una famiglia dei suoi parenti) fu colto da cruda ed ostinata pleurite. Il medico non valse ad arrestargli la febbre e l’acuto dolore di capo. Lo stato del paziente peggiorava, per non dire che era disperato. La moglie (Colomba Orion n. 2-6-1845) vedendo che i rimedi umani erano incapaci a porger sollievo al marito, ricorse all’intercessione di Fra Barnaba e pose sotto il guangiale del marito alcuni oggetti di devozione, che aveva avuti la sua famiglia da Fra Barnaba stesso, e subito svanì il dolore di capo, diminuì la febbre, e l’ammalato, contro le aspettative del medico, recuperò la salute.tutto Grumes attribuì la guarigione del suddetto all’intercessione di Fra Barnana. E questo avvenne nel 1878” (Cenni sulla Vita di Fra Barnaba da S. Nicola di Grumes. pp. 8-9).

3. “Nel 1884 s’appiccò il fuoco ad una casa della Villa di sopra Grumes. Era di notte, si doveva deplorar la mancanza di acque e di gente, si doveva temere, che l’incendio in breve divorasse tutta la Villa. Ma veduto il fuoco e sentir piccoli e grandi a gridare: ‘Fra Barnaba aiutateci’, fu tutt’uno. E quel terribile elemento si arrestò, quasi non trovasse di che ardere. Ricordandomi ogni volta che passo per quel luogo di quella angosciosa notte, mi sembra, che io ed i miei curaziani, avessimo fatto uno stesso sogno, anziché assistito ad eguale realtà. Mi meraviglio ancora, come avendo preso fuoco in mezzo a quelle baracche, abbia potuto spegnersi quasi da sé” (Cenni sulla Vita di Fra Barnaba da S. Nicola di Grumes. p. 9)..

A Grumes (TN) si conserva ancora la casa natale, sita in Via Girardi, il ritratto di Fra Barnaba ed oggetti appartenenti al Venerabile ed è ancora viva la sua memoria. Diversi compaesani, andando a Roma, fanno visita alla tomba del loro illustre concittadino.

Ringrazio l’allora parroco di Grumes, Don Vincenzo Filippi, che nell’agosto 2009 mi ha mandato fotocopia dell’opuscolo e diverse foto, che adesso sono stati utilissimi.

Fra Barnaba lapide

Fra Barnaba immagine

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