Alfieri: “Verità e libertà di espressione, dovrebbero essere colonne portanti della nostra società”

Marsala – Caro direttore, corsi e ricorsi storici, G.B. Vico docet. È dei giorni scorsi il provvedimento disciplinare nei confronti di una professoressa d’taliano (Rosa Maria Dell’Aria) sospesa per quindici giorni dell’insegnamento, rea di non avere vigilato sul progetto assegnato alla sua classe di quattordicenni, in occasione della giornata della memoria sulla shoah il 27 gennaio scorso.

La classe, nella composizione del progetto, ha paragonato il decreto sicurezza del nostro ministro degli interni alle leggi razziali del 1938, per assioma Salvini a Mussolini. Paradossalmente é come se a me, nato nel 1968, al secondo anno di scuola media secondaria, in occasione della festa del lavoro del primo maggio, la professoressa di storia avesse assegnato una ricerca, ricordandomi della strage di Portella della Ginestra avvenuta il primo maggio del ’47 e avessi associato Salvatore Giuliano, autore della strage, a Mario Scelba, ministro degli interni dell’epoca, che lo stesso Giuliano alluse come suo referente politico, e la professoressa non avendo vigilato sul contenuto da me espresso, sarebbe stata sospesa. Con buona pace della libertà di espressione ed eventualmente d’insegnamento, l’insegnante assegna il progetto, gli allievi/a/o, lo/a sviluppano.

Ho una certezza assoluta: il ministro dell’istruzione dell’epoca, Franca Falcucci della democrazia Cristiana come Mario Scelba, tramite gli uffici territoriali, non sarebbe intervenuta. Ho utilizzato un paradosso e come tale non vuole essere la verità. E con una chiave di lettura forzata, corsi e ricorsi storici. Paradossi, corsi e e ricorsi storici non sono la verità, possono essere uno strumento per raggiungerla o quantomeno capirla.

Vittorio Alfieri