Genitori troppo amici dei figli, l’importanza dei ruoli

In questa calda estate (non potrebbe essere altrimenti nelle lande Siciliane) e in attesa di cenare dalle 21.30 in poi da siciliani con orari messicani, ancora di più d’estate, un talk show in tv che si occupa principalmente di politica ma anche di costume, ospita Luca Barbareschi, noto attore cinematografico e teatrale e uomo di raffinata e indiscutibile cultura.

Esprime un pensiero sul ruolo della famiglia e principalmente genitoriale asserendo che un genitore non debba essere amico dei figli, anzi tutt’altro. Cita alcuni esempi: la follia ereditata dal ’68 che i genitori fumino hashish o marijuana insieme ai figli, anche minorenni, la contestazione dell’ operato degli insegnanti in presenza dei figli, arrivando addirittura a ricorrere alla giustizia amministrativa per la bocciatura della propria prole, mettere a tacere la propria coscienza per l’assenza, dicendo sempre SÌ alle richieste dei figli e mai, quasi mai, dei più salubri NO.

Tutti i genitori hanno conosciuto o stanno conoscendo, soprattutto nella fase adolescenziale, le dinamiche esposte. Il pensiero si conclude e il suo assertore si auspica che un genitore sia autorevole e da questo riconoscimento identitario, in determinate circostanze anche autoritario.

Non dobbiamo mai tralasciare però che il tutto dovrebbe avvenire tramite il dialogo, ricordando il pensiero di un maestro della cultura occidentale, Socrate: “dialogo con confutazione”.

Vittorio Alfieri