È tornato sui radar dell’agenda politica del bel paese lo Ius Soli. Si prova a dare una comprensione alla legge italiana che dà il diritto alla cittadinanza. Lo Ius soli che in Italia non esiste, afferma: coloro che nascono sul suolo di uno stato hanno la cittadinanza in ragione dell’essere venuti al mondo sul dato territorio anche da genitori stranieri. È presente in Usa, Canada, Argentina, Brasile.
In Italia vige lo “Ius sanguinis”, che afferma che coloro i quali nascono da genitori italiani, anche uno solo, acquisisce la cittadinanza dello stesso. La scorsa legislatura si fu vicinissimo all’approvazione dello Ius Soli. Non accadde perché il PD, a guida Matteo Renzi, non volle porre la fiducia sul provvedimento. Si, nel radar italiano è nitida la vista dello” Ius Soli”, la materia è indigesta ad una parte politica, Lega e Fratelli d’Italia in primis, ma qualche malumore è finanche nel PD.
Il malumore nel PD è tale che, per sedarlo, si ipotizza che siano favorevoli allo “Ius Culturae”, la proposta di legge della parlamentare di Forza Italia Renata Polverini. Consiste nel riconoscimento della cittadinanza italiana ai nati nello stivale al compimento dei 5 anni della scuola primaria.
In questi anni studieranno che per costituzione:
Articolo 3
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Perché loro non lo siano resta un mistero tutto “ITALIANO”.
Vittorio Alfieri