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Presentato a Marsala il libro “…A Casa nostra – Cronaca da Riace”: la nostra intervista

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Marsala – È stato presentato al Centro sociale di Sappusi il libro “…A Casa nostra – Cronaca da Riace”. Era presente uno degli autori, Marco Rizzo, moderatore Marco Marino, conversatori Daniele D’Eletto e Salvatore Inguì, li abbiamo intervistati.

Marco Rizzo, qual è la genesi del libro?
“Il libro è il sequel di Salvezza, che racconta il viaggio sulla defunta nave ONG Aquarius, io e il mio coautore ci chiedemmo quale sarebbe stato il destino degli sbarcati. Siamo partiti per visitare i luoghi che accoglievano gli immigrati. Abbiamo individuato io e il mio coautore Lelio Bonaccorso nella locride la zona. Siamo stati a Riace, che è un esempio dell’integrazione capeggiata dal carismatico Mimmo Lucano, passando per Gioiosa Ionica, dove l’accoglienza è altrettanto valida, ma non narrata con le capacità del sindaco dei bronzi, arrivando a San Ferdinando, dove esiste una baraccopoli abisso dei diritti”.

Marco Marino, come ha individuato il centro sociale di Sappusi come location?
“Volevamo uscire dal cliché di S. Pietro o del Carmine, per passare un pomeriggio, la scelta di un posto periferico, condiviso dai partecipanti coscientemente volutamente, il Centro perché è l’emblema dell’accoglienza”.

Daniele D’Eletto, l’accoglienza è ancora un valore della nostra società?
“Grandissimo, ingrediente fondamentale è l’empatia e da insegnante cerco di preparare i ragazzi a maturarla e i preadolescenti sono molto ricettivi”.

Salvatore Inguì, la ratio del centro è in simbiosi con il centro?
“Si, quantomeno parzialmente, perché applichiamo accoglienza e integrazione, diverso dalla tolleranza che è sopportazione. Il nostro desiderio è l’integrazione come scambio, ognuno può ricevere dall’altro sia esso bianco o nero, europeo o africano, uomo o donna, disabile o normodotato, ci riusciremo? Non lo so, ma la sfida è avvincente anche per questo”.

Ed è il dialogo lo strumento per arrestare la deriva valoriale?
“Assolutamente si, il dialogo con il diverso, sia mafioso, omofobo, xenofobo, fascista, intanto è un momento di pacificazione, il confronto può irrobustire la propria idea o scalfirla, che porterà ad una riflessione”.

In ossequio al pensiero di un maestro, Socrate: dialogo con confutazione?
“In assoluto, non m’innalzo a quel livello, nel mio piccolo cerco di fare mio questo principio”.

Vittorio Alfieri

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