La disabilità e il mancato senso di civiltà di chi ci amministra

Era fine fine novembre scorso quando un vile gesto suscitò l’indignazione della comunità marsalese: dei delinquenti erano entrati all’autoparco comunale, rubando pezzi dai vani motori e pezzi degli abitacoli dei pulmini adibiti al trasporto disabili.

Si ripete a perenne memoria: questi automezzi sono vitali per i disabili che si sottopongono alle sedute fisioterapiche. Lo sono ancor di più per i soggetti che non hanno le possibilità economiche per dotarsi di un mezzo personale. Si è appreso che gli automezzi sono insufficienti per il servizio che devono espletare. Addirittura cinque, dicesi cinque, concittadini portatori di handicap, a rotazione, devono rinunciare alla fisioterapia e che gli altri mezzi sono usurati, avendo superati alcuni le centinaia di migliaia di chilometri.

Una società che si definisce civile ed in alcune espressioni opulenta, non può tollerare questo stato dei fatti. Un bilancio comunale che gestisce milioni di euro nel settore dei servizi sociali non può non prevedere risorse destinate ad ottimizzare il parco macchine. Altrimenti ci si continuerà a lavare la coscienza a chiacchiere con il “verbis”: disabile, diversamente abile, invalido.

Lo scrivente, handicappato, lo scorso fine aprile sostò di giorno in segno di protesta sotto Palazzo VII  Aprile per tre giornate consecutive, chiedendo l’istituzione del garante della disabilità, la cui instaurazione era stata promessa per Natale 2018, successivamente fine estate 2019, ad oggi nulla di fatto.

Il garante in un caso del genere non solo si relazionerebbe direttamente con il sindaco ma le sue istanze avrebbero un peso specifico diverso, quanto meno una cassa di risonanza notevole. Si chiede alle istituzioni a fine mandato, amministrazione e consiglio comunale e a coloro che aspirano al governo della città, un’attenzione e sensibilità maggiori per la comunità disabile.

Vittorio Alfieri