Il processo. La quarantena che oramai da un mese viviamo prolungata fino a pasquetta dal governo nazionale. Il capo dipartimento della protezione civile, Angelo Borrelli, presume che la stessa si prolunghera’ fino al primo maggio, s’ironizza dovremo rinunciare alle “scampagnate” di Pasquetta, Liberazione e Festa dei Lavoratori.
L’incipit del pezzo “il processo” si riferisce al titolo di un romanzo, capolavoro del secolo scorso dello scrittore ceco Franz Kafka. Il protagonista, Joseph K. impiegato di banca, una mattina viene prelevato da due individui e condotto a “processo”. Joseph, convinto dell’errore, è certo di chiarire la sua posizione. Da lì a poco comprenderà che ciò non sarà possibile perché nel frattempo al protagonista non sarà dato sapere il presunto reato che gli contestano e perchè si trovi a giudizio.
L’epilogo del romanzo non è da “happy end”, Joseph K. dopo la condanna verrà confinato in una cava. La metafora letteraria, in relazione al drammatico momento storico che viviamo, non deve spaventare, ma aiutare a comprendere. Il genere umano, diversamente dal protagonista, conosce bene il motivo per cui è stato processato dalla storia, la disumanità.
Le prove sono, la furbizia, l’egoismo, la disonestà intellettuale, l’assenza di senso civico. La condanna: la quarantena. La pena, come asserito dal giurista Cesare Beccaria ne “Dei delitti e delle pene”, deve rieducare ed è ribadito nell’articolo 27 della costituzione italiana.
La quarantena non voluta, subita, può aiutare a “rieducarci” e quando saremo liberi, considerando la crisi economica che ci aspetta, serviranno lealtà, solidarietà, senso civico e onestà in tutte le declinazioni. Allora, paradossalmente, il processo, il Covid-19 e la quarantena, avranno avuto un’accezione anche “positiva”.
Vittorio Alfieri