Nino Oddo: “La luce in fondo al tunnel”

Riceviamo e pubblichiamo 

Il governo avrebbe deciso di passare alla fase 2 il 4 maggio, in ragione di un lento ma graduale allentamento della curva dei contagi. A quel punto si aprirà una fase lunga, forse oltre un anno, di convivenza col pericolo latente del virus, nella speranza che la scienza fornisca il vaccino prima del previsto. Per la crisi sanitaria quindi si può incominciare ad abbozzare un orizzonte temporale.

Più grave e sicuramente di più incerta durata mi sembra la crisi economica che si prospetta. L’Europa incomincia a dare qualche segnale positivo, ma credo che gli italiani debbano rimboccarsi le maniche e prepararsi a tempi durissimi. Eravamo già seduti su una montagna di debiti e vivevamo della vendita dei titoli di Stato (qualcuno spesso lo dimentica). A questa situazione già border-line si sommeranno i costi ingentissimi per alimentare e fare ripartire interi comparti economici allo stato fermi.

Tutto il settore privato, dal turismo al terziario, vivrà una lunga fase di depressione. In sostanza rischiamo di sopravvivere al virus ma di morire di fame. La speranza è che gli italiani, come in altri momenti della storia, sappiano dare il meglio nei momenti difficili. Del resto lo abbiamo fatto nelle ultime settimane gestendo l’emergenza sanitaria anche meglio di altre nazioni occidentali. Molte cose dovranno cambiare alla luce della vicenda CORONAVIRUS.

L’Europa va rivisitata. Andranno ridiscusse le ragioni dello stare insieme, pur nella consapevolezza che a problemi globali bisognerà dare risposte globali. In Italia l’ impianto vagamente federalistico non ha retto alla prova dell’ emergenza. Va codificata meglio la catena di comando e la sanità, come la difesa, gli esteri o la giustizia, è un settore strategico che richiede una competenza nazionale.

Nino Oddo