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Riapertura anno scolastico e reclutamento personale docente: alcune riflessioni

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Il Coordinamento Nazionale dei Docenti della disciplina dei Diritti Umani vuole esprimere alcune riflessioni circa la situazione relativa alle criticità inerenti alla riapertura dell’anno scolastico e al reclutamento del personale docente.

In particolare cominciano ad emergere alcune posizioni che rischiano di alterare profondamente le procedure organizzative della pubblica amministrazione rispetto agli obiettivi costituzionali, fondamenta della nostra democrazia.

Le impellenti esigenze che, nell’interesse del buon andamento dell’Amministrazione scolastica, suggeriscono un necessario e urgente intervento di stabilizzazione dei precari storici della scuola e le perplessità sulle modalità della riapertura non devono rappresentare occasione di ulteriori attriti di categorie.

La stabilizzazione non esclude la procedura concorsuale ma ne prevede specifiche caratteristiche che non ostano al buon andamento e all’imparzialità della pubblica amministrazione né si pongono in contrasto con le disposizioni contenute nell’art. 97 Cost.

Essa, anzi, è un rimedio che la Pubblica Amministrazione è chiamata a mettere in atto per ovviare alla perdurante violazione dei principi costituzionali posti alla base dell’organizzazione e del funzionamento delle amministrazioni (imparzialità e buon andamento) e mettere fine all’abuso del precariato fatto negli anni passati con l’utilizzo del lavoro flessibile per esigenze permanenti legate al fabbisogno ordinario della scuola.

Qualsiasi soluzione al precariato e alla carenza di personale docente, però, non può rappresentare occasione per promuovere proposte anticostituzionali sul reclutamento tese all’ulteriore impoverimento di tutele e garanzie nei confronti dei docenti della scuola pubblica italiana.

I docenti, come i dirigenti, sono assunti per concorso per garantire l’accesso diffuso, imparziale e meritevole ai due ruoli e l’ “inciampo” sui concorsi dovuto ai ritardi, alle irregolarità e alle illegittimità è indice di crescente esigenza di controllo e garanzia dell’imparzialità, della regolarità e della omogeneità delle procedure di assunzione da parte dello Stato.

Esigenza incompatibile con l’affidamento esclusivo delle assunzioni alla discrezionalità del dirigente scolastico.

Gli stessi dirigenti sono assunti per concorso e le cronache dell’ultima procedura non sono certo confortanti. Non crediamo che il nodo sia il metodo concorsuale, bensì la sua gestione in coerenza con tutti i principi costituzionali che costituiscono paradigma indefettibile di ogni agire della pubblica amministrazione.

prof.ssa Veronica Radici
CNDDU

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