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Il Dpcm ucciderà migliaia di imprese, colpo di grazia al settore wedding: primi matrimoni rimandati

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Il settore wedding piomba di nuovo nell’incubo dopo la firma del Dpcm che abbassa a 30 gli invitati che possono partecipare alle celebrazioni dei matrimoni. Un colpo per l’intero settore che chiede di rivedere il provvedimento visto che già tante future coppie hanno iniziato a rimandare i matrimoni. Per l’occasione è sorto anche il movimento spontaneo Italian Wedding Industry.

Un nuovo Dpcm che pesa come un macigno sulla testa di un milione di occupati, di cui 700 mila solo stagionali, la cui unica fonte di sostentamento è il lavoro nel settore wedding ed eventi. Un insieme di norme ancora più restrittive, quello firmato martedì 13 ottobre dal Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, che, senza l’adozione immediata delle dovute misure preventive, sta già segnando, ora dopo ora, il tragico destino dell’intero comparto.

Italian Wedding Industry punta a salvare le sorti di un settore che, dopo aver perso 10 miliardi di fatturato diretto, sta per “dire addio”, definitivamente, alla leadership mondiale che aveva guadagnato negli ultimi 25 anni.

In Italia, erano stati programmati 219.405 matrimoni di cui 210.258 italiani e 9.147 stranieri, con un fatturato diretto complessivo di 10 miliardi, che si dovevano dividere tra 7,3 miliardi circa per i matrimoni italiani e 2,7 miliardi per i matrimoni stranieri. “Un fallimento è per sempre – dichiara Barbara Mirabella, tre i fondatori del movimento – e non c’è più tempo per le parole: l’intera filiera ha bisogno di aiuti concreti per prevenire l’ecatombe definitiva del comparto del matrimonio e degli eventi. Il movimento chiede un incontro con il Presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci.

Intanto restano celle frigorifere stracolme di cibi per i matrimoni di questo weekend, migliaia di fiori freschi, acquistati per diventare splendidi addobbi, ma adesso destinati ad appassire nel silenzio; centinaia di camerieri, ingaggiati per indossare la divisa di sala, rimasti senza un futuro; musicisti con strumenti e spartiti già definitivi, che non potranno suonare; abiti da sposa, esposti con trepidazione in casa, privati della possibilità di splendere davanti agli occhi delle persone amate.

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