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giovedì, 18 Aprile 2024

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Coronavirus in Italia, 25.271 nuovi casi e 356 morti: altre 100 persone in terapia intensiva

I nuovi casi di coronavirus in italia nelle ultime 24 ore sono 25.271, sulla base di 147.725 tamponi, 356 i morti. Il totale dei decessi dall’inizio dell’emergenza è di 41.750. Sempre nelle ultime 24 ore i pazienti guariti/dimessi sono stati 10.215. Ieri i nuovi contagi nelle 24 ore erano stati 32.616, su 191.144 tamponi, mentre le vittime erano state 331. La percentuale positivi/tamponi passa dal 17,06% di ieri al 17,1 di oggi.

Sono 100 le terapie intensive nelle ultime 24 ore per un totale di 2.749 In tutta italia. Ammontano a 27.636 invece i ricoveri ordinari, ieri erano 26.440. I malati in isolamento domiciliare infine sono 542.849.

La regione con più casi è sempre la Lombardia (+4.777), seguita da Campania (+3.120), Piemonte (+2.876), Toscana (+2.244) e Veneto (2.223). Quella con meno contagi il Molise (+98), unica con incremento a due cifre. Il totale dall’inizio dell’epidemia sale a 960.373. Sono 573.334 le persone attualmente positive in Italia.

In aumento i guariti, 10.215 (ieri 6.183), per un totale di 345.289. Per questo rallenta la crescita del numero degli attualmente positivi, +14.698 (ieri +26.100), arrivati a 573.334 in tutto.

Continua a crescere il numero di posti letto occupati da pazienti Covid nei reparti dell’area medica degli ospedali, raggiungendo a livello nazionale il 49% del totale di quelli disponibili, praticamente uno su due e ben oltre la soglia definita ‘criticà del 40%. A superare questo valore sono 11 regioni, dove, cioè la saturazione dei posti porta a far ricorso a quelli dovrebbero essere dedicati a persone con altre patologie. A rilevarlo sono i dati dell’Agenzia per i servizi sanitari regionali (Agenas) aggiornati all’8 novembre, da cui emerge anche che i posti di terapia intensiva occupati da pazienti Covid toccano il 34% a livello nazionale, 4 punti oltre la soglia critica del 30%, superata, anche in questo caso, da 11 regioni.

“Lockdown subito”. È l’appello lanciato da Carlo Palermo, segretario nazionale di Anaao Assomed, il sindacato dei medici ospedalieri. “Con i dati preoccupanti dei contagi e delle morti e con le Regioni che contestano i numeri che le classificano zone rosse, l’unica soluzione è un lockdown nazionale di 6-8 settimane per appiattire la curva”, ha spiegato Palermo aggiungendo: “Siamo in enorme ritardo e non possiamo più assistere a questo rimpallo di responsabilità tra Regioni e governo”. Quando a marzo il governo ha chiuso tutto “stavamo meglio di adesso”, osserva Palermo, sicuro che “se si continua con questo trend è facile prevedere che bisognerà fare una qualche selezione tra chi può essere intubato e chi no. Torneremo alla medicina di guerra”.

“Ci auguriamo che il ministro Speranza porti sul tavolo del governo le nostre richieste e ci aspettiamo già oggi una risposta alle nostre preoccupazioni”: lo ha dichiarato il presidente della Federazione degli Ordini dei medici, Filippo Anelli, intervenendo alla IV conferenza di Oncologia polmonare, organizzata dall’Istituto Tumori barese in collaborazione con l’ASLC, l’International Association for the Study of Lung Cancer e che si sta svolgendo online. Anelli ha ribadito che “se i numeri della pandemia continueranno a essere questi e i cittadini non prenderanno coscienza che devono ridurre gli incontri con altre persone, il governo dovrà prendere delle decisioni importanti che, secondo noi, contemplano anche il lockdown totale”. “Solo così – ha aggiunto – si può bloccare l’ascesa di questa curva e consentirci di arrivare a fine dicembre in maniera adeguata per affrontare la seconda parte della stagione invernale, quando arriverà anche l’epidemia influenzale. Altrimenti il sistema sanitario non reggerà”.

“Troppi morti. Troppo tardi per usare i pennarelli colorati. Chiudere tutto”. Così su Facebook il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, che posta un grafico con l’andamento dei decessi per Covid-19, un’elaborazione Gimbe dei dati della Protezione civile. Il numero dei morti è rapidamente aumentato dal 12 agosto, arrivando a 692 il 7 ottobre e toccando quota 6.031 l’8 novembre.

Controlli polizia, in 3 giorni sanzionate 2.352 persone – Giro di vite nelle verifiche del rispetto delle misure anti Covid. Tra venerdì e domenica, dopo l’entrata in vigore del dpcm che individua tre aree di diversa criticità nel Paese, le forze di polizia in tutta Italia hanno controllato 215.609 persone, sanzionandone amministrativamente 2.352 (546 venerdì, 944 sabato e 862 ieri); ben 130 complessivamente i denunciati per aver eluso gli obblighi di quarantena imposti dalla positività accertata al virus. Sempre secondo i dati resi noti dal Viminale, tra venerdì e ieri sono stati 33.960 le attività e gli esercizi controllati; 228 i titolari sanzionati e 71 i provvedimenti di chiusura.

Covid: Allarme anestesisti, atteso un raddoppio dei ricoveri nei prossimi 7 giorni. Pure terapie intensive se trend non muta.Ragionevole il lockdown

“Ci attendiamo un raddoppio dei ricoveri ospedalieri e in terapia intensiva nella prossima settimana se il trend non muterà, ed in attesa degli eventuali benefici derivanti dalle misure dell’ultimo dpcm che potranno però evidenziarsi non prima di altri 10 giorni”. Lo afferma all’ANSA il presidente dell’Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri (Aaroi) Alessandro Vergallo. Le terapie intensive “sono già sotto pressione. A fronte di ciò e dell’assenza di una medicina territoriale, la proposta di lockdown nazionale – rileva – è a questo punto ragionevole”.

I ricoveri ospedalieri e dunque anche quelli in terapie intensiva, ha spiegato Vergallo, “purtroppo aumenteranno fino a quando le misure più restrittive dell’ultimo dpcm non porteranno gli auspicati effetti positivi, ma per vederli ci vorranno ancora una decina di giorni”. Intanto, “a trend epidemico invariato – ha sottolineato – finora abbiamo visto appunto un raddoppio dei casi in media ogni 10 giorni”. Se dunque “pensiamo ad una proiezione a breve termine, la situazione appare al limite. Le terapie intensive – ha affermato – iniziano ad essere in crisi per il superamento della soglia limite del 30% di posti letto occupati per malati Covid”. Ma la crisi, precisa Vergallo, “riguarda l’intero sistema ospedaliero, per l’enorme pressione cui è sottoposto in questo momento”. Tale situazione, precisa, “è dovuta anche al fatto che la Medicina del territorio, che coinvolge circa 50mila medici di base, non sta funzionando”. Dunque, “visto che dalla Medicina del territorio non sta arrivando aiuto concreto e visto che gli ospedali cominciano ad essere saturi – ha concluso il presidente degli anestesisti rianimatori – la proposta della Fnomceo ci sembra a questo punto ragionevole. Si tratta di una proposta che accogliamo a malincuore per le implicazioni che ha, ma allo stato in cui siamo è ragionevole”.

Intanto il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo) Filippo Anelli, che ieri ha chiesto un lockdown nazionale per contrastare l’emergenza epidemica da Covid-19 fa sapere che “il ministro della Salute Roberto Speranza condivide le nostre preoccupazioni. Credo ne parlerà con il premier Conte e si farà quindi nell’ambito del governo una valutazione politica”.

Il numero di posti letto occupati da pazienti Covid nei reparti dell’area medica degli ospedali ha raggiunto a livello nazionale il 49% del totale di quelli disponibili, praticamente uno su due e ben oltre la soglia definita ‘critica’ del 40%. A superare questo valore sono 11 regioni, dove, cioè la saturazione dei posti porta a far ricorso a quelli dovrebbero essere dedicati a persone con altre patologie. A rilevarlo sono i dati dell’Agenzia per i servizi sanitari regionali (Agenas) aggiornati all’8 novembre, da cui emerge anche che i posti di terapia intensiva occupati da pazienti Covid toccano il 34% a livello nazionale, 4 punti oltre la soglia critica del 30%, superata, anche in questo caso, da 11 regioni.

Anche l’Ordine dei Medici di Firenze “si unisce all’appello della Federazione Nazionale che, in base al numero dei ricoveri in ospedale e soprattutto nelle terapie intensive, chiede una chiusura totale della Toscana e di tutto il Paese. Senza una chiusura generalizzata come quella di marzo non possiamo andare avanti. I numeri dei decessi, dei ricoveri in ospedale e dell’occupazione delle terapie intensive, non ci danno alternativa. Rischiamo il collasso del sistema”.

“Abbiamo avuto notizie dal territorio che si stanno verificando carenze nella disponibilità di bombole di ossigeno nelle farmacie per le cure domiciliari di pazienti Covid”. Lo afferma il presidente di Federfarma Marco Cossolo. “Stiamo approfondendo la situazione e valutando il da farsi”, ha aggiunto.

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