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“Le regioni chiudano tutto senza aspettare Roma, rischio epidemia Covid fuori controllo”

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Tutte le Regioni sono classificate a rischio alto di una epidemia non controllata e non gestibile sul territorio o a rischio moderato con alta probabilità di progredire a rischio alto nelle prossime settimane. È essenziale rafforzare le misure di mitigazione ovunque. Lo afferma il monitoraggio settimanale Iss-ministero della Salute. Un monitoraggio arrivato in ritardo ma che lancia l’allarme sulla progressione del virus.

L’indice Rt nazionale ha raggiunto 1,7 e la situazione diventa preoccupante.

“Per le Regioni/PA classificate a rischio moderato con una probabilità elevata di progredire a rischio alto nel prossimo mese, data l’elevata trasmissibilità e la probabilità elevata di un imminente passaggio alla classificazione di rischio alto, si raccomanda di considerare di anticipare rapidamente le misure previste per il livello di rischio Alto ed il corrispondente scenario come riportato nel documento “Prevenzione e risposta a Covid19”. E’ quanto raccomandato dal ministero e dall’Iss alle regioni. Una frase inserita nel consueto monitoraggio settimanale che più che un semplice monitoraggio diventa un invito al lockdown

Si invitano, inoltre “le Regioni a realizzare una continua analisi del rischio, anche a livello sub-regionale, e di considerare un tempestivo innalzamento delle misure di mitigazione nelle aree maggiormente affette in base al livello di rischio e sulla base delle linee di indirizzo fornite nel documento sulla “evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di transizione per il periodo autunno-invernale” trasmesso il 12/10/2020 in raccordo con il Ministero della Salute” Suggerisce ancora il monitoraggio Iss – ministero della salute relativo alla situazione epidemiologica nel paese nella settimana fino ad oggi.

La situazione evidenzia “forti criticità dei servizi territoriali e il raggiungimento attuale o imminente delle soglie critiche di occupazione dei servizi ospedalieri in tutte le Regioni”.

Per il direttore del dipartimento della Prevenzione del ministero della Salute, Giovanni Rezza, la “situazione epidemiologica da Covid19 continua a peggiorare”, con “oltre 500 casi per 100mila abitanti e quasi tutte le regioni italiane pesantemente colpite”. Come ogni lunedì, i casi segnano una riduzione: sono scesi a 25.271 (7.000 in meno in 24 ore), e si è ridotto anche il numero dei tamponi: 147.725 contro 191.144. I decessi sono stati 356 in più in 24 ore e i ricoveri nelle unità di terapia intensiva sono saliti complessivamente a 2.849.

Con 4.777 nuovi casi, la Lombardia continua a essere la regione più colpita, seguita da Campania (3.120) e Piemonte (2.876). Nonostante i numeri calino a livello nazionale, il rapporto fra casi positivi e tamponi continua a essere alto:17,1%. Da tre giorni ormai si è attestato su valori superiori al 17%, primo indicatore di come i numeri dell’epidemia continuino a sfuggire numerosi dalle maglie del tracciamento.

“Nei ricoveri ospedalieri – dice ancora Rezza – notiamo una tendenza all’aumento e soprattutto c’è un incremento per quanto riguarda i ricoveri in terapia intensiva e questa situazione giustifica l’adozione di interventi più restrittivi soprattutto nelle regioni più colpite. E naturalmente necessita dell’adozione di comportamenti prudenti da parte di tutti i cittadini”. Avere un quadro fedele della situazione epidemiologica è comunque molto difficile perché “l’indice Rt viene calcolato sulla base della data in cui sono comparsi i sintomi”, osserva il fisico Giorgio Parisi, dell’Università Sapienza di Roma. “La percentuale di chi ha i sintomi varia da regione a regione” e “non viene indicato il motivo per cui le persone fanno il tampone”. Sarebbe importante saperlo, secondo il fisico, soprattutto considerando il fatto che “una volta c’erano variazioni non notevoli, ma adesso non si capisce perché molti facciano i tamponi”: Significa, ha detto, che “le regioni non riescono a fare il contact tracing come una volta e che non riescono ad avere informazione di quanto sta succedendo”.

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