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venerdì, 17 Maggio 2024

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Laboratorio Crisi Vinicola: proposte per affrontare la crisi di comparto

Il Laboratorio riunisce deputati, sindaci, cantine sociali organizzazioni sindacali, di categoria, centrali cooperative, ordini professionali e associazioni di viticoltori per chiedere un incontro…

Riceviamo e pubblichiamo

Il Laboratorio sulla Crisi Vinicola presenta le proposte per affrontare la crisi di comparto in atto. Il Laboratorio riunisce deputati, sindaci, cantine sociali organizzazioni sindacali, di categoria, centrali cooperative, ordini professionali e associazioni di viticoltori per chiedere un incontro al presidente Schifani in occasione del quale discutere il documento firmato dagli stessi soggetti partecipanti al Laboratorio contenente le proposte su come affrontare la crisi economica e sociale che si sta abbattendo sul mondo vitivinicolo legato alle cooperative sociali.

Il comparto vitivinicolo siciliano, in particolare quello cooperativo, è al centro di una tempesta perfetta in cui “l’allerta rossa”, generata dalla peronospora e dagli eccessi termici di fine luglio, rischia di fare naufragare anche la più organizzata delle aziende.

La gravità della situazione era stata già certificata nelle premesse del “REGOLAMENTO DELEGATO (UE) 2023/… DELLA COMMISSIONE, del 22 giugno 2023, recante misure eccezionali a carattere temporaneo in deroga a talune disposizioni del regolamento (UE) n. 1308/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio per affrontare la turbativa del mercato nel settore vitivinicolo in taluni Stati membri e in deroga al regolamento delegato (UE) 2016/1149 della Commissione” a firma della presidente della Commissione Europea Ursula VON DER LEYEN e pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea L 160/18 26.6.2023.

Si legge nel documento:

“l’attuale situazione economica è caratterizzata da un costo della vita generalmente elevato, che incide sul consumo e sulle vendite di vino, e da un aumento dei costi dei fattori di produzione per la produzione agricola e la trasformazione del vino, che incidono sui prezzi del vino. Tali circostanze minacciano di perturbare notevolmente il mercato vitivinicolo dell’Unione causando difficoltà finanziarie e problemi di liquidità ai produttori di vino.

L’aumento generale dei costi dei principali fattori di produzione della produzione agricola, come i costi dei concimi, dell’energia e delle bottiglie necessari per la produzione del vino, dovuto in parte anche alla guerra di aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina, ha portato a un aumento eccezionale dei costi di produzione, che in alcuni Stati è arrivato a toccare un aumento medio stimato del 30-40 %.

L’eliminazione dal mercato delle regioni più colpite di alcuni quantitativi di vino che non trovano sbocchi di mercato adeguati contribuirebbe a correggere gli squilibri di mercato e a impedire che la turbativa attuale si trasformi in una turbativa più grave e duratura dell’intero settore vitivinicolo dell’Unione. Ove giustificato, la “distillazione del vino” e la misura della “vendemmia verde” dovrebbero essere introdotte temporaneamente come misure ammissibili nell’ambito dei programmi di sostegno al settore vitivinicolo per contribuire a migliorare l’equilibrio del mercato e la situazione economica dei produttori di vino.

L’inserimento della “distillazione in caso di crisi” tra le misure ammissibili e l’introduzione della flessibilità per la “vendemmia verde” rappresentano una forma di sostegno finanziario che non richiede tuttavia finanziamenti aggiuntivi dell’Unione, in quanto continuano ad applicarsi i limiti di bilancio per i programmi nazionali di sostegno al settore vitivinicolo per l’esercizio finanziario.”

Abbiamo appreso con dispiacere che il Governo Regionale, malgrado la gravità della crisi, che va ricordato nei giorni scorsi è stata certificata dagli stessi Uffici periferici dell’Assessorato Agricoltura che hanno relazionato sui danni subiti dai vigneti siciliani quantificandoli nel 70% rispetto alla media degli anni precedenti, ha deciso di non seguire le indicazioni della Commissione Europea attivando solo la misura della distillazione di crisi, per un importo pari a 12,5 milioni di euro ed escludendo ogni possibilità di ricorso alla vendemmia verde, adducendo difficoltà di applicazione a causa della scadenza dei termini. In altre parole, è stato sostenuto dall’Assessorato che la Von Der Layen ha dato indicazioni inapplicabili.

Vi facciamo semplicemente notare che destinare, fin dalla fine di giugno, 25/30 milioni di euro alla vendemmia verde, così come indicato nel Regolamento di deroga del 22 giugno, facendo ricorso a parte delle risorse disponibili nell’ambito del regolamento unico dell’OCM vino, che prevede oltre 52 milioni da utilizzare nella campagna 2023-2024, oltre a dare la possibilità ai viticoltori di ricevere queste somme già nel mese di ottobre, farebbe apparire in una luce diversa la drammaticità della situazione attuale.

L’Assessorato invece non ha voluto sentire ragioni e, di contro, si appresta a pubblicare il bando relativo agli investimenti con una dotazione finanziaria senza precedenti (20 milioni con possibilità di ulteriore incremento) che rischia di essere destinata totalmente, a causa del meccanismo di attribuzione dei punteggi e della graduatoria unica, alle aziende private che, vale la pena ricordare, rappresentano a malapena il 30% della produzione.

Premesso quanto sopra, i firmatari del presente documento invitano le SS.VV. a farsi carico dell’attivazione immediata degli interventi di seguito descritti che sono attuabili a normativa vigente, sono efficaci e individuano anche alcune fonti di finanziamento nazionali su cui altre Regioni hanno già abbondantemente attinto.

Di seguito gli interventi di cui si chiede l’immediata attivazione:

Ricorrere a quanto previsto dall’articolo 5 del D. Lgs. 29 marzo 2004, n. 102 – Fondo di solidarietà nazionale per le calamità naturali, che alla lettera a) del comma 2 del predetto articolo così recita: le aziende agricole danneggiate da calamità naturali hanno diritto ad avere elargiti “contributi in conto capitale fino all’80% del danno accertato sulla base della produzione lorda vendibile media ordinaria”. Servono almeno 100 milioni di euro da richiedere, per la maggior parte, al Governo Nazionale in considerazione dell’assoluta eccezionalità degli eventi in atto, da destinare alle aziende viticole entro la fine dell’anno attraverso un iter amministrativo semplificato.

In aggiunta al ricorso al Fondo di solidarietà nazionale di cui alla legge 102/2004 si chiede il ricorso anche al nuovo Fondo Mutualistico Nazionale Agri-CAT, istituito dalla legge 30 dicembre 2021, n. 234 e successive modifiche, che dispone a decorrere dal 2023 l’introduzione nel sistema di gestione del rischio in agricoltura di una copertura mutualistica di base, estesa a tutte le aziende agricole percettrici di pagamenti diretti, contro i danni alle produzioni agricole causati da eventi atmosferici di natura catastrofale (gelo e brina, siccità, alluvione) includendo anche i danni da eccessi termici.

Realizzare immediatamente un “piano per ristrutturare tutte le esposizioni finanziarie delle Cantine Sociali e delle aziende viticole siciliane”, in modo da sospendere gli effetti delle scadenze in atto che difficilmente potranno essere onorate. Tale piano dovrà prevedere un periodo di rimborso fino a 25 anni, con due anni di preammortamento, e con l’assistenza della garanzia gratuita fornita dall’ISMEA ai sensi dell’articolo 17, comma 2 del decreto legislativo n. 102/2004 e ss.mm.ii…

Predisporre un “piano per la capitalizzazione delle cantine sociali” attraverso la concessione di un contributo in conto capitale, nella misura del 70/80% per cento dell’incremento del capitale sociale effettivamente sottoscritto e versato dai soci, ai sensi dell’articolo 18, comma 4 e ss.mm.ii della legge 14 maggio 2009, n. 6 “Disposizioni programmatiche e correttive per l’anno 2009”.

Attivare “misure di intervento per compensare le perdite di reddito delle imprese viticole Siciliane” dovute all’aumento generale dei costi dei principali fattori di produzione della produzione agricola, dovuto in parte anche alla guerra di aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina, mediante concessione di un aiuto “de minimis” ai sensi del Reg. (UE) n. 1408/2013, così come modificato dal Reg. (UE) n. 316/2019, e previsto dal D.M. 19 maggio 2020 del MIPAF. La copertura dell’intervento va assicurata attraverso le risorse del «Fondo per lo sviluppo e il sostegno delle filiere agricole della pesca e dell’acquacoltura» di cui all’art. 1, comma 128 della legge 30 dicembre 2020, n. 178 e successive modifiche e integrazioni. Va evidenziato che tale fondo è stato più volte rifinanziato negli ultimi due anni raggiungendo la cifra di 460 milioni di euro senza che vi sia traccia di somme utilizzate in Sicilia.

Anticipare al 30 settembre 2023 tutti i pagamenti dovuti alle aziende viticole relative alle “misure agroambientali e alla domanda unica di pagamento”. Il pagamento dovrà riguardare il 100% dell’importo ed eventuali decurtazioni verrebbero addebitate nell’annualità 2024. L’azione proposta è a costo zero.

Siamo convinti che senza l’immediata attivazione, con adeguate risorse finanziarie, delle misure precedentemente elencate, non ci resta altro che preparare un dignitoso funerale alla vitivinicoltura siciliana. Con grande soddisfazione degli avvoltoi che si addensano sempre più numerosi sui nostri contadini/eroi pronti a spartirsene le spoglie.

Siamo certi di un Vostro pronto riscontro a quanto richiesto, senza il quale, appare il caso di sottolineare, si rischia un inasprimento della tensione dalle conseguenze imprevedibili.

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