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domenica, 19 Maggio 2024

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Operai morti a Casteldaccia non sarebbero dovuti scendere. “E’ successo qualcosa di imprevisto”

Contratto d'appalto prevedeva aspirazione liquami con autospurgo. Sindacati: "Precarietà uccide". Sit in davanti Prefettura. Lorefice: "Morti sono una sconfitta sociale. Appello alla sicurezza in luoghi di lavoro…"

Operai morti a Casteldaccia non sarebbero dovuti scendere. Contratto d’appalto prevedeva aspirazione liquami con autospurgo – Non sarebbero dovuti scendere all’interno della stazione di sollevamento i cinque operai morti ieri a Casteldaccia durante la manutenzione della rete fognaria. Il contratto di appalto stipulato con Amap, la municipalizzata che aveva dato alla loro ditta, la Quadrifoglio group, l’appalto dei lavori, prevedeva che l’aspirazione dei liquami avvenisse dalla superficie attraverso un autospurgo e che il personale non scendesse sotto terra. Questo spiega perché nessuna delle vittime indossava la mascherina né aveva il gas alert, un apparecchio che misura la concentrazione dell’ idrogeno solforato, il gas che poi li ha uccisi. Non è chiaro, dunque, perché i cinque siano scesi all’interno della stazione di sollevamento nè cosa sia accaduto dopo. L’ipotesi che si sia rotto un tubo da cui poi è fuoriuscito il gas è smentita dai vigili del fuoco, mentre non si esclude che gli operai abbiano potuto aprire una paratia che sarebbe dovuta restare chiusa. L’ambiente infatti, in condizioni normali, è a tenuta stagna. Intanto, dopo avere appreso la notizia della morte dei suoi operai, deceduti ieri a Casteldaccia mentre lavoravano alla rete fognaria, Antonio Di Salvo, 67 anni, titolare della Quadrifoglio Srl, sta rientrando in Sicilia dagli Stati Uniti dove si trova per il matrimonio di un familiare. Il suo socio Epifanio Alsazia è una delle cinque vittime.

Tragedia sul lavoro a Casteldaccia. Coinvolti anche due alcamesi. Macaddino e Tumbarello (Uil – Feneal Uil): “Dolore e rabbia. Si faccia luce su cause e responsabilità” – “Non possiamo che stringerci intorno al dolore di tutte le famiglie degli operai che hanno perso tragicamente la vita nell’incidente sul lavoro di Casteldaccia, con un pensiero in particolare a quelle degli alcamesi Roberto Raneri ed epifanio Alsazia”. Lo affermano il segretario generale della Uil Trapani Tommaso Macaddino e il segretario generale Feneal Uil Trapani Giuseppe Tumbarello. “Quello che fa aumentare il dolore – aggiungono – è assistere all’ennesimo copione che si ripete uguale ormai da troppo tempo quando si tratta di incidenti sul lavoro. Ovviamente attenderemo che si faccia luce su cause ed eventuali responsabilità, ma sta di fatto che la sicurezza sul lavoro è ormai da troppo tempo un’emergenza sociale e la Uil dal livello nazionale fino a quello regionale e territoriale non fa che ribadire la necessità di maggiori misure a tutela di chi lavora. Servono provvedimenti coraggiosi e drastici. Bisogna intervenire sul sistema delle gare al massimo ribasso e dei subappalti a cascata, così la Uil propone da tempo sulle proprie piattaforme nazionali”.

Incidente sul lavoro a Casteldaccia, Cisal incontra il Prefetto di Palermo: “Subito misure per la sicurezza, basta stragi” – “La sicurezza sul lavoro deve essere una priorità per tutti, istituzioni e imprese in primis: non possiamo più assistere a stragi come quella di Casteldaccia, su cui chiediamo di fare luce al più presto. Lo sciopero proclamato oggi dai sindacati, tra cui la Cisal, e il sit-in alla Prefettura di Palermo, a cui abbiamo preso parte, sono stati la migliore risposta a quella che è ormai un’emergenza nazionale. Al Prefetto Massimo Mariani, a cui riconosciamo di essersi immediatamente attivato, abbiamo chiesto misure concrete e stringenti: apprezziamo la convocazione di un tavolo permanente e la previsione di un apposito protocollo d’intesa con Inail, è necessario inoltre puntare sulla formazione dei lavoratori e incrementare gli ispettori e i controlli”. Lo dice Giuseppe Badagliacca della Cisal a margine dell’incontro con il Prefetto di Palermo, Massimo Mariani.

Superstite Casteldaccia, è successo qualcosa di imprevisto. Giovanni D’Aleo è cugino di una delle vittime – “Ho lavorato fino alle 10 nella vasca e tutto è filato liscio. Mi ha dato il cambio mio cugino Giuseppe Miraglia (una delle vittime della strage di Casteldaccia ndr). Poi è successo qualcosa d’imprevisto”. Giovanni D’Aleo, 44 anni, operaio scampato all’incidente sul lavoro costato la vita a 5 operai, ha raccontato ad uno dei soccorritori nei momenti concitati della tragedia quando accaduto ieri. Durante la mattina nel cantiere in cui si svolgeva la manutenzione della rete fognaria tutto sembrava filare liscio. Gli operai avevano iniziato il lavoro alle 8 e dopo due ore si erano dati il cambio. D’Aleo sarebbe andato a rifocillarsi dopo essere stato per ore nella zona della vasca dell’impianto. Resta da capire cosa sia successo dopo. “Ho capito subito che era accaduto qualcosa di grave e ho dato l’allarme”, ha aggiunto in lacrime l’operaio.

Strage Casteldaccia: sindacati, “Precarietà uccide”. Sit in davanti prefettura Palermo nel giorno dello sciopero – “Questa condizione di precarietà è inaccettabile. Le norme hanno determinato la precarietà nel lavoro e nella vita. Oggi siamo più poveri. Il lavoratore è ricattabile disposto a fare di tutto per conservare quel posto di lavoro. La responsabilità è di chi ha fatto le leggi, di chi ha fatto in modo che quelle leggi non venissero cambiate. E’ la scelta di un sistema economico che pensa che le morti sul lavoro siano un costo sociale sostenibile. Questo meccanismo perverso di interessi tra sistema economico e politico ha determinato che oggi i lavoratori in Italia sono poveri, precari e a rischio della vita”. Lo ha detto Mario Ridulfo, segretario della Camera del lavoro di Palermo, davanti la prefettura parlando a diverse centinaia di lavoratori che con le bandiere dei propri sindacati partecipano al sit in organizzato dopo la strage di Casteldaccia mentre una delegazione di sindacalisti attende di parlare col prefetto Massimo Mariani. I sindacati degli edili hanno organizzato per oggi uno sciopero di otto ore, mentre i sindacati confederali hanno organizzato uno sciopero generale di 4 ore per tutti gli altri settori. “La responsabilità è di chi governa il Paese – ha proseguito Ridulfo – Non basta dire mai più morti, bisogna cambiare le norme ed evitare che i lavoratori siano l’anello debole di questa catena. La precarietà non può costruire il nostro futuro e quello dei nostri figli, costruisce solo lutti e non possiamo vivere di lutti, con le istituzioni che il giorno dopo la tragedia vanno a mettere le corone, diventano corone di spine”. “Da mesi abbiamo chiesto al prefetto, al sindaco di aprire un tavolo sulla sicurezza nel lavoro e sulla filiera degli appalti nelle aziende partecipate e questo non è successo – ha concluso – Noi ci costituiremo parte civile nel processo che dovrà accertare le responsabilità di questa ennesima strage di lavoratori, sia nei confronti dell’azienda ma anche del committente e anche del socio unico dell’azienda”. I lavoratori morti erano impiegati della Quadrifoglio group che lavorava per conto dell’Amap, società idrica partecipata dal Comune di Palermo, e uno era interinale dell’Amap.

Strage Casteldaccia: Lorefice, morti sono una sconfitta sociale. Vescovo di Palermo: “appello alla sicurezza in luoghi di lavoro” – “In queste ore particolarmente drammatiche, sento di far giungere un forte appello alla sicurezza sui luoghi di lavoro, auspicando un maggiore impegno di quanti hanno la responsabilità – legislatori, imprese, organizzazioni e associazioni di categoria – di tutelare i lavoratori. Queste morti, come anche gli infortuni, sono una sconfitta sociale, una profonda ferita del corpo sociale, riguarda tutti, non solo le imprese o le famiglie coinvolte”. Lo afferma l’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice all’indomani della tragedia che, ieri a Casteldaccia, è costata la vita a cinque lavoratori. “Le vittime, ennesimo tragico incidente sul lavoro, portano alla ribalta l’urgenza della sicurezza – aggiunge Lorefice – che è come l’aria che respiriamo. Purtroppo ci accorgiamo della sua importanza solo quando viene tragicamente a mancare, ed è sempre troppo tardi come dice Papa Francesco. Sicurezza significa un’economia e un mercato del lavoro governati dall’istanza etica, attenzione alla persona del lavoratore, alla sua dignità e ai suoi affetti familiari. Non possiamo abituarci agli incidenti sul lavoro, né rassegnarci all’indifferenza verso gli infortuni. Desidero esprimere ai familiari delle vittime e dei feriti i miei più sentiti sentimenti di vicinanza e di cordoglio, anche a nome dell’intera Chiesa palermitana”.

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