Il Vescovo apre la Porta Santa nel carcere di Castelvetrano
Castelvetrano – “Ognuno di noi deve essere speranza per gli altri, perché ognuno di noi ce la può fare, ma non da solo”. Con queste parole, il Vescovo di Mazara del Vallo, monsignor Angelo Giurdanella, si è rivolto ai detenuti della casa circondariale di Castelvetrano, in occasione dell’apertura della Porta Santa nell’Anno Giubilare “Pellegrini di speranza”. Un gesto simbolico e profondo, che ha voluto rappresentare il cammino di redenzione e il valore della comunità anche all’interno delle mura carcerarie.
Un simbolo di nuova opportunità
L’ingresso del Vescovo nel carcere ha assunto un significato potente, oltrepassando la porta d’ingresso del corridoio principale dell’istituto penitenziario. “Oltrepassare la porta significa creare relazioni, perché la casa è il luogo dell’affetto. Anche questa è una casa, dove si creano legami e si vive un’esperienza che, seppur difficile, è solo momentanea”, ha spiegato monsignor Giurdanella ai detenuti.
Prima della celebrazione eucaristica, tenutasi nel corridoio di una delle sezioni, il Vescovo ha benedetto una porta simbolica adornata con fiori, realizzata con la collaborazione degli stessi detenuti. Un gesto che ha voluto sottolineare l’importanza del percorso di crescita interiore e del reinserimento sociale.
Le istituzioni presenti all’evento
Alla cerimonia hanno partecipato diverse autorità, tra cui la direttrice del carcere Giulia Bruno, il prefetto Daniela Lupo, i vertici provinciali delle forze dell’ordine, il presidente del consiglio comunale di Castelvetrano Mimmo Celia, il cappellano del carcere don Vincenzo Aloisi, il direttore della Caritas diocesana Mimmo Errante Parrino e il presidente della Fondazione San Vito Onlus, Vito Puccio. La loro presenza ha rafforzato il messaggio di vicinanza e sostegno al percorso di recupero dei detenuti.
La speranza di un futuro migliore
Durante l’incontro, monsignor Giurdanella ha voluto ribadire che “anche per voi ci sono opportunità da cogliere. Chi ha sbagliato sta pagando, ma una volta fuori dal carcere deve saper scegliere”. Un concetto ripreso anche dal prefetto Daniela Lupo, che ha sottolineato l’importanza del reinserimento sociale: “Fuori c’è la speranza che qualcosa possa cambiare. In carcere si entra, si esce e poi c’è la fase del reinserimento. Andare oltre quella porta consente a ognuno di sentirsi libero”.
Un messaggio di vicinanza e umanità
Rivolgendosi direttamente ai detenuti, il Vescovo ha affrontato anche il tema del dolore e del pentimento: “Capita a ognuno di voi di piangere, ma sappiate che le lacrime offuscano la vista, ma rivelano il cuore”. Un invito a non perdere la fiducia e a considerare l’errore non come una condanna definitiva, ma come un punto di partenza per una vita nuova.
Infine, monsignor Giurdanella ha voluto sottolineare l’importanza del ruolo delle istituzioni, spesso viste con diffidenza dai detenuti: “Non vedete qui i rappresentanti delle istituzioni come forze di repressione. Loro sono servitori per far star bene le nostre comunità”.
Un momento di grande emozione e riflessione, che ha lasciato un segno nei presenti e ha portato un messaggio di speranza e rinnovamento all’interno delle mura del carcere di Castelvetrano.
Bene così. Un segnale importante di vicinanza e speranza per chi sta affrontando un percorso di riscatto.