Diga Trinità siccità
Marsala – I sindacati ConfSal, Copagri e FederAgri hanno avviato un’azione legale contro la Regione Siciliana e gli enti preposti alla gestione della Diga Trinità, per chiedere il risarcimento dei danni subiti dalle aziende agricole a causa della cattiva gestione delle risorse idriche. Per anni, milioni di ettolitri d’acqua sono stati sversati in mare, mentre il settore agricolo affrontava una crisi idrica senza precedenti.
Agricoltura in crisi per la gestione della Diga Trinità
Secondo i sindacati, la cattiva gestione della Diga Trinità ha avuto un impatto devastante sulle coltivazioni, con perdite fino al 70% per uliveti e vigneti. Le aziende agricole del comprensorio irriguo della diga hanno subito danni economici incalcolabili, causati dall’assenza di una gestione oculata delle risorse idriche. Il bacino idrico, che avrebbe dovuto garantire l’approvvigionamento d’acqua per le coltivazioni, è rimasto inutilizzato per anni, mentre le precipitazioni venivano disperse inutilmente.
L’inefficienza gestionale al centro delle accuse
ConfSal, Copagri e FederAgri denunciano come la diga sia rimasta sottoutilizzata per anni, nonostante la disponibilità di risorse per interventi di manutenzione. Solo recentemente, grazie alla perizia dell’ingegnere Salvatore Miliziano, si è accertato che l’invaso non presentava rischi strutturali tali da giustificare lo sversamento dell’acqua. Tuttavia, questa informazione è arrivata troppo tardi per gli agricoltori, che hanno già subito ingenti perdite.
Richiesta di risarcimento e responsabilità politiche
I rappresentanti sindacali Cipriano Sciacca (ConfSal Sicilia), Enzo Daidone (ConfSal Trapani), Pino Aleo (Copagri) e Michele De Maria (FederAgri) hanno inviato un documento ufficiale alle aziende agricole interessate, con copia al Presidente della Regione Renato Schifani, all’Assessore Regionale all’Energia, ai dirigenti del Dipartimento Acque e Rifiuti e all’Autorità di Bacino del Distretto Idrografico. La richiesta è chiara: riconoscere e risarcire i danni subiti dalle aziende agricole per la cattiva gestione della diga e la mancata programmazione degli interventi di manutenzione.
Un’azione legale per difendere gli agricoltori
La decisione di chiudere la valvola di fondo della Diga Trinità, che per anni ha permesso il continuo sversamento dell’acqua piovana verso il mare, arriva troppo tardi. Solo ora il bacino idrico sta tornando a svolgere la sua funzione primaria: raccogliere e conservare l’acqua per contrastare la siccità estiva. Ma chi pagherà i danni subiti dagli agricoltori? Perché la Regione ha ignorato i richiami delle associazioni di categoria per anni?
I sindacati stanno mobilitando le aziende agricole per un’azione legale collettiva, con l’obiettivo di ottenere il ristoro per i danni subiti e chiedere un cambio radicale nella gestione delle infrastrutture idriche siciliane. Gli agricoltori del bacino irriguo della Diga Trinità sono invitati a contattare le segreterie sindacali competenti per avviare azioni di tutela dei loro diritti.
In bocca al lupo agli agricoltori per questa battaglia necessaria!
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