Violenza a Mazara del Vallo
Mazara del Vallo – La città di Mazara del Vallo torna sotto i riflettori per un nuovo episodio di violenza, che riaccende il dibattito sulla sicurezza e il degrado sociale. La violenza a Mazara del Vallo, purtroppo, non è più un’eccezione ma sta diventando una drammatica consuetudine. L’ultimo episodio si è verificato venerdì sera, in pieno centro storico, precisamente in via Garibaldi, a pochi passi da piazza Santa Veneranda, piazza della Repubblica e piazza Plebiscito.
Nuovo pestaggio in centro: la città sotto shock
Un gruppo composto da adulti e ragazzini ha aggredito brutalmente un giovane, senza motivo apparente, con una violenza inaudita. L’episodio ha scosso la comunità e riaperto ferite mai chiuse. Secondo quanto dichiarato da Don Antonino Favata, direttore dell’Ufficio per la Pastorale della Salute della Diocesi di Mazara, “gruppi di ragazzi e adulti si muovono in branco, si coalizzano e agiscono come bestie feroci, colpendo senza pietà”.
Questi comportamenti – continua il sacerdote – rappresentano una degenerazione pericolosa, una forma di onnipotenza distorta che mette a rischio la convivenza civile. Ragazzi e adulti che si muovono in piccoli gruppi e che trasformano la città in un territorio di caccia, colpendo per il puro gusto di farlo.
Violenza a Mazara del Vallo: allarme sociale e richiesta di intervento
Don Favata sottolinea che la violenza a Mazara del Vallo è ormai un allarme sociale che coinvolge tutti: genitori, educatori, scuola, chiesa, sport, istituzioni e amministratori pubblici. Non si può restare indifferenti, non si può continuare a minimizzare certi episodi etichettandoli come semplici “bravate”.
È necessario – aggiunge – un intervento immediato e sinergico per fermare questi atti delinquenziali e riportare serenità tra i cittadini. Le istituzioni devono identificare e perseguire i responsabili, affinché non restino impuniti. Ma è altrettanto fondamentale un lavoro educativo profondo, volto alla prevenzione, che parta dalle famiglie e si estenda ai contesti sociali e scolastici.
L’appello del cappellano del Presidio Ospedaliero di Marsala
Nel suo accorato messaggio, Don Favata lancia un appello accorato: “Tutti ci sentiamo sconfitti davanti a questi episodi. Tutti siamo chiamati a fare la nostra parte. Dobbiamo educare al rispetto, al dialogo, all’empatia, per evitare che il disagio si trasformi in violenza”.
Il sacerdote, cappellano del Presidio Ospedaliero “Abele Ajello” di Marsala, ha anche voluto esprimere piena solidarietà e vicinanza alle vittime dell’ultimo episodio di pestaggio, augurando una pronta guarigione al ragazzo attualmente ricoverato.
Un pensiero è andato anche a Salvino Calafato, vittima di un’altra aggressione appena qualche giorno prima, martedì scorso. E inevitabile, in queste circostanze, è stato il ricordo della vile aggressione subita dallo stesso Don Favata e da suo fratello Filippo, il 14 settembre 2019, sempre a Mazara, da parte di un branco di delinquenti.
Una riflessione collettiva per contrastare il degrado
Alla luce degli ultimi avvenimenti, si impone una riflessione collettiva. È urgente costruire contesti educativi sani, dove i giovani possano crescere con valori positivi. Dove amore e rispetto siano alla base della formazione della personalità. Dove la comunità possa sentirsi al sicuro.
Una città non può crescere nella paura, né lasciare che la sopraffazione diventi normalità. La violenza a Mazara del Vallo va contrastata con fermezza, con leggi, ma anche con cultura e umanità.
Ottima iniziativa quella di dare voce alla condanna collettiva e al bisogno di un’azione concreta.
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