Piano gestione Stagnone: presentata la bozza per la zona B, ma il pubblico protesta
Marsala – Il piano gestione Stagnone è al centro di un acceso dibattito a seguito dell’incontro pubblico organizzato dall’amministrazione comunale lo scorso 4 giugno. La presentazione della bozza relativa alla zona B della Riserva naturale orientata ha generato numerose perplessità tra cittadini, residenti, ambientalisti e operatori economici. Una narrazione giudicata da molti confusa, incerta e priva di una visione chiara, in cui le risposte tecniche non sono riuscite a sciogliere i nodi sollevati dai presenti.
Una bozza che legittima l’attuale caos?
Il progetto esposto dal Comune, secondo quanto affermato dal sindaco Massimo Grillo, mirerebbe a conciliare le esigenze economiche con la tutela ambientale. Tuttavia, la proposta sembra voler ratificare lo status quo: nella zona di preriserva continuerebbero a essere consentite attività già esistenti, come chioschi per kiters, stabilimenti balneari, artigianato e ristorazione.
Questo approccio ha sollevato forti critiche. In molti, infatti, vedono nella bozza un via libera definitivo all’intensificazione delle attività economiche, a discapito dell’equilibrio naturale della zona umida. La possibilità di inserire nuove attività, senza limiti ben definiti, rischia di aggravare ulteriormente la pressione su un ambiente già fortemente compromesso.
Critiche su tutti i fronti: cittadini, ambientalisti e operatori
Durante l’incontro sul piano gestione Stagnone, è emerso un malcontento generalizzato. I residenti di San Teodoro, ad esempio, hanno chiesto il ripristino della tranquillità compromessa dalla movida e dalle attività notturne sempre più invasive. Gli ambientalisti, invece, hanno espresso preoccupazione per l’assenza di misure concrete per ridurre l’impatto antropico sull’area protetta.
Anche i rappresentanti delle scuole di kitesurf hanno chiesto maggiore rigore: secondo loro, l’attuale deregulation favorisce abusi e accessi incontrollati alla laguna da parte di privati senza alcun tipo di mediazione o regola.
Il centro per il vino biologico e le critiche al progetto
Non è mancata la sorpresa per un altro annuncio del Sindaco: la volontà di realizzare, sempre nella zona B della riserva, un centro di promozione del vino biologico. La struttura sorgerebbe nei pressi dell’ex impianto di acquacoltura, oggi dismesso.
A proporre un’alternativa è stata la dott.ssa Antonella Ingianni, che ha auspicato la rinaturalizzazione dell’area per restituire spazio alla fauna e alla flora, impoverite da anni di urbanizzazione. Il timore è che, anziché recuperare territorio per la biodiversità, si favorisca un’ulteriore cementificazione connessa a logiche di sviluppo turistico e commerciale.
Pressione crescente sulla laguna e assenza di soluzioni reali
Il cuore della questione resta la sostenibilità della laguna dello Stagnone. Come ampiamente previsto già nel 2020 da chi conosce bene il territorio, il sistema è imploso: la crescita incontrollata di scuole, surfisti, stabilimenti e locali ha portato a un uso eccessivo di spazi troppo esigui.
Il paradosso è evidente: le stesse attività che per anni sono state sostenute e incoraggiate, oggi sono le prime a chiedere regolamentazioni più severe. Eppure, come sottolineato da più voci durante l’incontro, l’amministrazione non ha presentato soluzioni concrete. L’attuale bozza di piano sembra puntare su un compromesso che scontenta tutti, senza indicare alcun vero cambiamento nella governance dell’area.
Chi dovrebbe gestire davvero la riserva?
Ha suscitato stupore anche l’assenza, tra i relatori, del neo eletto presidente del Libero Consorzio di Trapani, Giuseppe Marino, che in quanto ente gestore della Riserva dello Stagnone, avrebbe dovuto avere un ruolo centrale nel confronto. La sua esclusione dal dibattito lascia ulteriori dubbi sul metodo con cui si sta cercando di pianificare il futuro di un’area naturalistica di valore internazionale.
Conclusioni amare per un confronto che divide
La sensazione diffusa tra i partecipanti è che si voglia accontentare tutti senza modificare nulla. Ma senza regole chiare, controlli efficaci e una visione strategica che anteponga la tutela ambientale agli interessi di breve termine, lo Stagnone rischia di perdere definitivamente la sua identità.
Il commento della redazione
Speriamo che il confronto continui e che si trovi una sintesi che metta davvero al centro la tutela del territorio e la salvaguardia dello Stagnone.
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