Pace e linguaggio come strumenti contro la guerra
Mazara del Vallo – «Pace è il grido di tante vittime innocenti, in particolare dei bambini. È il desiderio più autentico, che abita il cuore dei giovani e la saggezza degli anziani. È una chiamata che riguarda tutta l’umanità». Con queste parole, monsignor Angelo Giurdanella, Vescovo della Diocesi di Mazara del Vallo, ha espresso il proprio pensiero in occasione del flashmob per la pace a Gaza, organizzato a Castelvetrano.
L’iniziativa, svoltasi nel cuore del centro urbano, ha rappresentato un momento di riflessione collettiva. Il Vescovo ha condiviso un messaggio ispirato alla storica enciclica “Pacem in terris” di Papa Giovanni XXIII, in cui la guerra viene definita «alienum a ratione», ovvero contraria alla ragione.
Disarmare i gesti e le parole quotidiane
Nel suo accorato messaggio, monsignor Giurdanella ha sottolineato come ogni gesto, ogni parola e ogni pensiero possano essere portatori di pace o, al contrario, veicoli di conflitto. «La guerra va sconfitta e prevenuta alla radice – ha scritto – e ciò è possibile solo disarmando il linguaggio e i gesti nella vita di tutti i giorni».
Una prospettiva che invita all’autoanalisi e alla responsabilità personale: il linguaggio aggressivo, le offese e i giudizi affrettati rappresentano spesso l’origine invisibile di dinamiche conflittuali più ampie.
Il potere dello Spirito nella costruzione della pace
Nel messaggio, il Vescovo ha evocato anche il ruolo dello Spirito, che guida le storie individuali e collettive verso un compimento fatto di giustizia e armonia. La pace e il linguaggio diventano, così, strumenti di trasformazione spirituale e sociale.
È proprio a partire dalle parole che si può generare un contagio positivo capace, secondo Giurdanella, di raggiungere persino i potenti della Terra. Solo un cambiamento nella comunicazione quotidiana può generare uno spazio fertile per decisioni di pace condivise.
Ascolto, accoglienza e rispetto delle differenze
Tra i passaggi più significativi del suo intervento, monsignor Giurdanella ha ribadito l’importanza dell’ascolto reciproco e dell’accoglienza delle diversità, richiamando la necessità di una «sintesi più alta», che sappia unire le ricchezze individuali e i beni comuni. Una visione, questa, fondata su valori universali che trovano nella convivenza pacifica la loro massima espressione.
Il dolore dei bambini di Gaza e Ucraina
Non è mancato un riferimento esplicito al dramma vissuto dai bambini nei territori di guerra. Il Vescovo ha espresso dolore e vicinanza per le sofferenze dei più piccoli a Gaza e in Ucraina, auspicando una risposta concreta da parte della comunità internazionale.
«Ci uniamo agli appelli di Papa Francesco – ha affermato – e chiediamo un immediato cessate il fuoco, oltre alla liberazione degli ostaggi da parte di Hamas». Parole che richiamano il valore della diplomazia, del dialogo e della mediazione nei contesti di crisi.
L’invito alla comunità: farsi promotori di pace
Concludendo il suo messaggio, monsignor Giurdanella ha incoraggiato la cittadinanza a farsi promotrice di pace, non solo nelle grandi occasioni pubbliche ma nella quotidianità. Ogni gesto di gentilezza, ogni parola rispettosa può contribuire a cambiare il corso della storia.
Un richiamo forte, urgente, che invita a trasformare la vita di tutti i giorni in un laboratorio di pace, coinvolgendo adulti, giovani e bambini in una sfida culturale e spirituale condivisa.
Complimenti alla Diocesi di Mazara del Vallo per il messaggio profondo e attuale, che invita a costruire una società fondata sul rispetto e sull’ascolto reciproco.
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