Ritardi referti istologici al centro dell’inchiesta sulla sanità trapanese
Marsala – Ritardi referti istologici e diagnosi oncologiche comunicate con mesi di ritardo. È questo lo scenario su cui sta indagando la Procura di Trapani, che ha formalmente iscritto nel registro degli indagati otto medici dell’Asp provinciale. L’inchiesta, partita da una denuncia presentata da una paziente mazarese, riguarda oltre 3.300 esami istologici che sarebbero stati refertati con lunghissimi tempi di attesa, compromettendo le possibilità di diagnosi e cura in almeno 352 casi oncologici. Tra questi, anche due decessi: uno a Marsala e uno a Salemi.
Le accuse della Procura: omicidio colposo e omissione di vigilanza
L’indagine, inizialmente avviata dalla Procura di Marsala, è passata a quella di Trapani per competenza territoriale. A coordinarla è il sostituto procuratore Antonella Trainito, con il supporto dei carabinieri del Nas di Palermo. Le ipotesi di reato formulate sono pesantissime: omicidio colposo, lesioni personali colpose e omessa vigilanza, secondo gli articoli 589 e 590 del Codice penale.
Gli otto medici indagati prestano servizio nei reparti di Anatomia patologica degli ospedali di Trapani e Castelvetrano. Gli avvisi di garanzia – atto dovuto per tutelare il diritto alla difesa – segnano comunque l’avvio formale di un’istruttoria giudiziaria che si preannuncia complessa e delicata.
Tumori scoperti troppo tardi: oltre 3.300 referti al vaglio della magistratura
Secondo gli accertamenti preliminari, i ritardi nei referti istologici avrebbero comportato la comunicazione tardiva della diagnosi tumorale in centinaia di casi. Almeno 352 pazienti avrebbero ricevuto l’esito con grave ritardo, quando ormai il tumore era in fase avanzata, limitando drasticamente l’efficacia delle terapie.
Due decessi sono già finiti nel mirino della Procura. Il primo riguarda un uomo di 87 anni di Marsala, deceduto a maggio per un carcinoma squamoso infiltrante. Il secondo caso si è verificato a Salemi, dove un infermiere è morto per infarto pochi giorni prima di ricevere un referto oncologico.
Denunce, ispettori e reazioni politiche
A dare il via al caso è stata la denuncia pubblica di Maria Cristina Gallo, professoressa di Mazara del Vallo, affetta da un tumore comunicato in fase terminale solo dopo otto mesi dall’esame. Il caso ha generato reazioni a livello nazionale, portando il Ministero della Salute e l’Assessorato regionale alla Sanità a inviare ispettori all’Asp di Trapani, culminando nella rimozione del direttore generale Ferdinando Croce.
La vicenda è approdata anche in Parlamento, con una interrogazione presentata dal vicepresidente della Camera Giorgio Mulè, che ha sollecitato accertamenti urgenti sul caso.
Incidente probatorio e perizie mediche per i primi 10 casi
La Procura ha ora chiesto al giudice per le indagini preliminari di disporre un incidente probatorio su dieci casi selezionati, per accertare – attraverso una consulenza medico-legale – quanto i ritardi abbiano inciso sul decorso della malattia e sulle possibilità di guarigione.
Questo passaggio sarà cruciale per verificare eventuali responsabilità sanitarie individuali e potrebbe aprire la strada ad ulteriori sviluppi processuali e disciplinari.
L’Asp avvia misure correttive: si punta a prevenire altri casi
Nel frattempo, l’Azienda sanitaria provinciale di Trapani ha avviato controlli interni e predisposto misure correttive per evitare che disservizi analoghi possano ripetersi in futuro. Tra le azioni in corso, la revisione delle procedure interne e il monitoraggio dei tempi di refertazione, oltre a possibili interventi su personale e carichi di lavoro.
Una vicenda dolorosa e drammatica che scuote profondamente il sistema sanitario della provincia di Trapani. Auspichiamo che le indagini facciano piena luce su eventuali responsabilità, affinché nessun paziente debba più vivere simili tragedie.
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