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venerdì, 14 Novembre 2025

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Salvataggio Caretta caretta: Capitaneria recupera una tartaruga ferita

Segnalazioni dei cittadini e intervento lampo in mare. Una Caretta caretta lunga circa 60 cm è stata recuperata dalla Capitaneria grazie a una segnalazione tempestiva e consegnata all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia per le cure

Salvataggio Caretta caretta

Trapani – Il salvataggio della Caretta caretta nelle acque di Bonagia racconta una collaborazione riuscita tra cittadini, Capitaneria di porto di Trapani e personale specializzato. Nella giornata di ieri, un esemplare di tartaruga marina Caretta caretta, in evidente difficoltà, è stato recuperato e affidato alle cure dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia. Il salvataggio Caretta caretta ha preso avvio da alcune segnalazioni, arrivate anche il giorno precedente, che indicavano l’animale ferito e incapace di immergersi.

Segnalazioni e intervento coordinato: cosa è successo

La Sala Operativa della Capitaneria, ricevute le indicazioni, ha inviato sul posto una pattuglia da terra. Contestualmente, grazie all’ausilio di un natante messo a disposizione da un privato presente in zona, gli operatori sono riusciti a raggiungere la tartaruga e a metterla in sicurezza. La dinamica conferma quanto sia decisiva la prontezza: più l’intervento è rapido, maggiori sono le probabilità di recupero per questi animali protetti.

Dalla costa al centro di cura: il trasferimento alla struttura veterinaria

Una volta a terra, l’esemplare è stato consegnato al personale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia per la valutazione clinica e i trattamenti. La prima visita ha rilevato ferite e difficoltà nell’immersione, segnali tipici di un animale provato da urti, ingestione di plastiche o interazioni con attrezzi da pesca. I veterinari proseguiranno con esami diagnostici, reidratazione e monitoraggi, così da definire il protocollo di recupero.

Bonagia e l’importanza delle reti locali

La baia di Bonagia è un’area frequentata da tartarughe marine, soprattutto nei mesi miti. Qui, il ruolo dei residenti e dei diportisti è cruciale: saper riconoscere un animale in difficoltà e contattare subito le autorità consente di guadagnare tempo. In questo caso, il passaggio di informazioni tra cittadini e Capitaneria ha permesso di organizzare in pochi minuti un intervento mirato.

Salvataggio Caretta caretta: come comportarsi se avvisti un esemplare in difficoltà

In caso di avvistamento, evita manovre brusche o tentativi improvvisati di recupero. Mantieni la distanza, chiama la Capitaneria di porto più vicina o il 1530, indicando posizione, condizioni del mare e un recapito telefonico. Se l’animale è spiaggiato, non tirarlo per le pinne o per il carapace: proteggilo dal sole (con un panno umido non gocciolante), resta a distanza di sicurezza e attendi i soccorritori. Queste azioni semplici fanno la differenza tra sopravvivenza e peggioramento.

Perché la specie è protetta: quadro di tutela e minacce

La Caretta caretta è classificata come vulnerabile nella Lista Rossa IUCN, perché minacciata da collisioni, intrappolamento in reti, ingestione di rifiuti e degrado degli habitat. La normativa italiana ed europea prevede tutele specifiche e una rete di centri per il recupero. Per questa ragione, il coordinamento tra Autorità Marittima e strutture veterinarie è essenziale per garantire cure tempestive e, quando possibile, la reimmissione in natura.

La sinergia che funziona: cittadini, Capitaneria e veterinari

Questo intervento dimostra che la sinergia tra segnalazioni consapevoli, mezzi della Capitaneria e competenze veterinarie porta risultati concreti. La presenza di un privato che ha messo a disposizione il natante ha aggiunto rapidità operativa, confermando quanto la partecipazione della comunità sia preziosa per la tutela della biodiversità marina.

Dalla cura al rilascio: le prossime tappe

L’iter prevede stabilizzazione, terapie e riabilitazione fino al rilascio in mare, quando le condizioni lo consentiranno. Il successo dipende dalla risposta clinica dell’animale e dal superamento delle difficoltà nell’immersione. Gli operatori comunicheranno gli sviluppi alle autorità marittime, così da programmare un rilascio controllato nel tratto di mare più idoneo.

Educazione ambientale: piccoli gesti che salvano la fauna marina

Ridurre i rifiuti in spiaggia e in barca, separare correttamente la plastica, recuperare lenze e attrezzi dispersi, segnalare boe e reti abbandonate: sono azioni che abbattono il rischio per tartarughe, cetacei e uccelli marini. Inoltre, rispettare i limiti di velocità nelle aree costiere e tenere distanze dagli animali riduce gli urti. La tutela del mare passa da scelte quotidiane.

Complimenti a cittadini, Capitaneria di porto di Trapani e veterinari: intervento rapido e ben coordinato. Che l’esemplare possa rimettersi presto in mare.


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