Funerali di Maria Cristina Gallo
Mazara del Vallo – Funerali di Maria Cristina Gallo: in Cattedrale, la comunità ha salutato l’insegnante che, con coraggio, ha denunciato i ritardi dei referti istologici, coniugando giustizia e amore. Nell’omelia, monsignor Angelo Giurdanella ha parlato di «semi di speranza» e di una voce capace di scuotere le coscienze. Il Vescovo ha ricordato una vita spesa per curare: la famiglia, i giovani, gli ultimi. L’ultimo saluto ha unito parenti, amici, colleghi e studenti in un abbraccio composto e riconoscente.
Ricordo di Maria Cristina: semi che diventano alberi
«Maria Cristina ha vissuto spargendo semi con il desiderio che diventassero alberi» ha detto il Vescovo, sottolineando come la denuncia non sia nata da protagonismo, ma dalla volontà di unire verità e carità. Secondo Giurdanella, il suo gesto ha generato un «sussulto di coscienza», superando indifferenza e rassegnazione. Così, l’eredità morale di Maria Cristina diventa traccia concreta per una comunità che vuole cambiare.
Denuncia e amore: giustizia come cura
La vicenda di Maria Cristina ha mostrato che la ricerca di giustizia può nascere da un amore profondo per la vita e per gli altri. Il Vescovo ha ribadito che «l’uno non può esistere senza l’altro». Per questo la sua denuncia resta un atto civile e evangelico insieme, un invito a non tacere quando la dignità delle persone è in gioco.
La famiglia, piccola chiesa domestica
Nelle parole del Vescovo è emersa anche la dimensione familiare: la forza della casa Tranchida-Gallo, la vicinanza del marito Giorgio Tranchida e dei figli, il sostegno costante nei giorni più difficili. «La malattia mi ha resa fragile, ma la vicinanza dei miei familiari mi ha fatto sentire custodita» ha confidato Maria Cristina in una delle ultime conversazioni ricordate in Cattedrale. Un’immagine limpida di tenerezza e fedeltà quotidiana.
La docente e la scuola: educare alla vita
Laureata in Storia e Filosofia e in Teologia all’Università di Palermo (link in uscita consigliato per migliorare la SEO: Università di Palermo), Maria Cristina insegnava Italiano all’Istituto tecnico industriale “R. D’Altavilla” di Mazara del Vallo. Il suo modo di educare puntava sull’ascolto, sulla responsabilità, su un’idea di scuola che accompagna e orienta. Per studenti e colleghi, resta un esempio di coerenza e passione civile.
Biblioteca per bambini: il sogno diventato realtà
Prima della cattedra, Maria Cristina ha collaborato con la Diocesi di Mazara del Vallo (Diocesi di Mazara del Vallo), fondando la biblioteca dei piccoli “L’isola che non c’è” e animando la biblioteca del seminario. Lì ha promosso lettura e inclusione, coinvolgendo bambini italiani e arabi, trasformando il gioco in ponte culturale. «Era la madre della biblioteca» ricorda la cugina Annalisa Gallo: un’opera nata dall’amore per i libri e dalla fiducia nei più giovani.
La comunità scientifica e il lavoro
Il marito, geologo, guida la sede IAS-CNR di Torretta Granitola (Istituto per lo Studio degli Impatti Antropici e Sostenibilità in ambiente marino – CNR). Nelle parole di chi ha conosciuto la famiglia traspare un impegno discreto e costante per il bene comune: dalla scienza alla scuola, dalla parrocchia ai quartieri, sempre con lo sguardo rivolto al futuro dei ragazzi.
Funerali di Maria Cristina Gallo: un’eredità che impegna tutti
I funerali di Maria Cristina Gallo hanno consegnato alla città un compito chiaro: trasformare il dolore in responsabilità. La sua storia chiede processi rapidi, risposte trasparenti, diritti uguali per tutte e tutti. E invita a restare vigilanti: perché la cura non si limita alle corsie, ma attraversa istituzioni, scuole, famiglie e associazioni.
Condoglianze dalla redazione. Il suo esempio rimane un faro: custodiamo la memoria con gesti concreti di giustizia e cura.
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