Chioschi allo Stagnone
Marsala – I chioschi allo Stagnone restano aperti dopo l’ultimo intervento del Tar. Sulla vicenda interviene il Circolo Legambiente Marsala-Petrosino, che firma una nota (14 ottobre 2025) a firma di Maria Letizia Pipitone. L’associazione, in attesa delle motivazioni della sentenza, parla di “vittoria di Pirro” per i “chioscari” e richiama la necessità di ripristinare legalità e regole di tutela della riserva. Al centro del dibattito: densità delle attività sulla fascia costiera, impatto sulla quiete dei luoghi, sostenibilità economica e ambientale. Il tema chioschi allo Stagnone è quindi riproposto come nodo politico oltre che amministrativo.
«Prima di commentare servono le motivazioni del Tar»
Legambiente premette che ogni valutazione compiuta richiede la lettura delle motivazioni della sentenza. Per questo, il circolo sollecita l’Avvocatura dello Stato a valutare criticità e possibili impugnative al Consiglio di Giustizia Amministrativa. In questa fase, dunque, l’associazione separa il piano giuridico da quello ambientale e gestionale, rimarcando che la partita riguarda non solo i rapporti tra operatori e istituzioni, ma anche la coerenza con le regole di salvaguardia della Riserva naturale dello Stagnone.
«Una vittoria di Pirro: il mercato non reggerà tutti»
Secondo il circolo, al di là delle carte dei tribunali, l’eccesso di offerta rende fragile il sistema. Su una costa di circa 14 km, «un chiosco ogni cento metri» non può sostenersi nel medio periodo: la banale legge economica della domanda e dell’offerta porterebbe inevitabilmente alla chiusura di più attività. Per Legambiente, le scelte politiche che hanno favorito una proliferazione senza pianificazione hanno creato un ecosistema imprenditoriale iper-affollato, dove pochi lavorano molto in luglio e agosto, molti restano vuoti e la tranquillità della riserva risulta compromessa.
Kitesurf e fruizione della laguna: «Spazio insufficiente»
Il documento osserva che alcune scuole di kitesurf, ospitate in chioschi, hanno già interrotto l’attività; altre potrebbero seguirle per mancanza di domanda e di spazio disponibile in laguna. È un segnale – sostiene il circolo – che confermerebbe la sproporzione tra numero di concessioni e capienza reale dell’area, una delle zone umide più delicate del Mediterraneo, regolata da specifiche prescrizioni di tutela della Regione Siciliana sull’uso costiero e sulla quiete acustica.
Regole, soprintendenza e responsabilità della politica
Nella nota si punta il dito contro quanti, in questi anni, hanno combattuto «contro la tutela del territorio». Legambiente chiede di chiarire «che cosa sia stato davvero vinto»: l’allentamento delle regole della Soprintendenza? La deroga a principi che proteggono beni naturali e culturali? Per il circolo non è una sfida tra “ambientalisti” e operatori: a perdere sarebbe l’intera comunità, se si sacrifica – «per una manciata di voti» – il futuro di un patrimonio paesaggistico che appartiene a Marsala e alle prossime generazioni.
Chioschi allo Stagnone: il nodo della sostenibilità
Il cuore della posizione è la sostenibilità complessiva:
- Ambientale, perché la riserva vive di equilibrio, silenzio e fruizione rispettosa, valori incompatibili con picchi di attività non governati.
- Economica, perché un’offerta ipertrofica alimenta concorrenza al ribasso e precarietà, senza allargare il mercato oltre l’alta stagione.
- Amministrativa, perché una gestione credibile passa da pianificazione e da controlli uniformi, non da deroghe episodiche.
Regole chiare e programmazione: la proposta del circolo
Pur nel dissenso, l’associazione indica una via: tornare a un quadro regolatorio univoco per la Riserva dello Stagnone, aggiornato e condiviso, che definisca distanze minime, limiti di densità, fasce orarie, qualità dei servizi e criteri per attività sportive in acqua. Un percorso tecnico, con stakeholder e monitoraggi, ridurrebbe il contenzioso e rimetterebbe al centro tutela e sviluppo equilibrato.
«Chi ci guadagna davvero?»
La nota si chiude con una domanda politica: chi ha vinto? Per Legambiente, vincono «pochi gestori che lavorano e si arricchiscono» mentre a pagare sarebbe la collettività, se si depotenziano le tutele. Per questo si chiede un’assunzione di responsabilità: meno slogan, più regole, più scelte trasparenti e una visione che tuteli ambiente, economia locale e immagine di Marsala.
La riserva è un bene comune e merita regole chiare, equilibrate e applicate con coerenza.
Leggi gli approfondimenti su Marsala Live
• Regione Siciliana – Riserva naturale “Isole dello Stagnone di Marsala”: regione.sicilia.it
• TAR Sicilia – informazioni e decisioni amministrative: giustizia-amministrativa.it
• Legambiente – sito nazionale: legambiente.it







